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Maria Leitner, giornalista TG2 Motori: “L’automotive non è un oggetto, ma lavoro, ricerca e coesione sociale”

Maria Leitner, autrice, conduttrice e giornalista TG2 Motori, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

In qualità di giornalista ha moderato i panel “Sperimentazione e sviluppi della guida autonoma” e “Automotive: l’eccellenza italiana“.

Stati Generali della Ripartenza: è il terzo anno che viviamo questa esperienza, un’esperienza di dialogo e di confronto tra istituzioni, mondo civile e mondo delle imprese. Quanto è importante il dialogo per far crescere l’Italia?

Penso che il dialogo sia tutto per poter far crescere l’Italia, perché è importante per le istituzioni avere un dialogo con il pubblico e con le imprese che poi devono produrre.

Facciamo solo l’esempio della mobilità. Abbiamo un esempio del New Green Deal che qui da noi funziona poco, perché poi per tutta una serie di ragioni ci vuole formazione, ci vuole infrastruttura, ma poi per avere formazione, infrastruttura e finanziamenti, perché ci vuole il budget per poter produrre tutto questo, ci vuole un supporto dello Stato che deve dialogare con il privato e che deve avere anche il supporto dei cittadini che poi eleggeranno le istituzioni.

Il dialogo è sempre importante perché produce idee, produce contatti che sono fondamentali per i processi di cambiamento.

Il mondo dell’automotive quest’anno ha avuto due panel di approfondimento proprio perché è molto importante all’interno del tessuto sociale ed economico italiano. Quanto è determinante questo settore per l’Italia?

L’automotive è determinante all’interno del tessuto, ma non solo italiano, europeo, perché come abbiamo visto quando entra in crisi l’automotive entrano in crisi i posti di lavoro.

Abbiamo visto che la Germania solo con Volkswagen ha ridotto 35.000 posti di lavoro, in Italia abbiamo tantissime persone in cassa integrazione, non va meglio in altre nazioni.

Quindi l’auto che è vista come un oggetto, in realtà è un oggetto ma dietro questo oggetto c’è il lavoro delle persone, ci sono ingegneri, c’è tecnologia, c’è ricerca.

Pensate che l’industria dell’auto, dopo le case farmaceutiche, è quella che fa più ricerca in assoluto nel mondo.

E la mobilità del futuro, tra guida autonoma e interconnessione, che impatto avrà?

È chiaro che è importantissimo ed è legata a doppio filo col territorio perché poi alla fine tutti ci dobbiamo muovere in qualche modo.

La mobilità è importante perché ci serve l’auto, ci serve il treno, ci serve tutto ciò che ci aiuta a muoverci e che crea sviluppo economico oltre che sociale e coesione sociale.

Sono oggetti che sono sempre più interconnessi, quindi ci sarà sempre una dimensione verso una mobilità digitale.

La cosa interessante in questa crisi enorme è tutto quello che si sta muovendo attorno, perché le crisi a volte arrivano quando i processi di cambiamento sono troppo veloci.

C’è però un movimento molto interessante di ricerca e sviluppo: nel mondo dell’automotive sono entrati nuovi soggetti legati alla guida autonoma e alle connessioni, come GPS, microchip, radar, lidar.

Questo produce cambiamento e una necessità di formazione, ma produrrà anche nuovi tipi di lavoro. Alcuni verranno meno, ma altri nasceranno. Io sono abbastanza fiduciosa.

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