Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Marco Checchi, Amministratore Delegato Gruppo Pellicconi: “Le aziende devono ripensare l’export e puntare su nuovi mercati”

Marco Checchi, Amministratore Delegato Gruppo Pelliconi, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “L’export, l’altalena dei dazi e l’internazionalizzazione delle imprese“, moderato dal giornalista Gianni Trovati.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

Allora, amministratore delegato, parliamo di export, parliamo di dazi e di quello che sta succedendo in Italia e nel mondo.

Sì, è un momento che sicuramente ha tante cose da poter raccontare. Quello che a me premeva sottolineare durante anche l’intervento che è stato fatto oggi, in seguito anche a tanti altri, è che questa politica dei dazi americani non deve essere vista solo in maniera negativa, ma deve essere vista anche in maniera positiva per due ragioni.

La prima è che quando la si guarda bene, la si studia bene, si conoscono bene tutti gli anfratti delle politiche legate ai dazi, si riescono ad ottenere magari anche delle vie per poter pagare meno rispetto a quello che può sembrare in maniera molto superficiale. E la seconda perché obbliga le aziende a ripensare un po’ alla loro politica commerciale, alla loro politica di espansione e a cercare anche dei mercati nuovi, lontani, che prima non venivano utilizzati. Quindi è importante che le aziende italiane, soprattutto quelle piccole e medie, si organizzino, che cerchino di avere una formazione dei propri manager e investire proprio sulla internazionalizzazione, perché credo che questo porterà a passi avanti e magari chissà, nel giro di poco tempo anche i dazi americani saranno un ricordo.

E dal vostro punto di vista, della vostra realtà imprenditoriale, che effetto hanno avuto?

La nostra realtà imprenditoriale è abbastanza variegata a livello geografico. Noi abbiamo due aziende che producono negli Stati Uniti e quindi diciamo non abbiamo sofferto più di tanto la politica dei dazi. Magari abbiamo più sofferto il calo del cambio del dollaro piuttosto che quello dei dazi.

Però questo è un esempio che secondo me le aziende devono seguire, facendo però attenzione, perché comunque internazionalizzare è una cosa che non è semplice e soprattutto non deve essere fatta di fretta o spinti da un qualcosa di momentaneo, perché può essere anche molto pericoloso. Bisogna prepararsi bene e dopodiché si può andare veramente avanti. Questo è quello che io cerco di suggerire a tutti gli imprenditori italiani, di avere un po’ anche di coraggio ma nello stesso tempo di sapere quello che si deve fare per rischiare il meno possibile.

E poi c’è una parola che è insieme, ovviamente l’Italia deve affrontare insieme come sistema Paese il tema dell’export, il tema dei dazi e quindi istituzioni, imprese, società civile tutti coinvolti e ognuno deve fare la sua parte.

Assolutamente sì e questo è un altro auspicio che le aziende seguano molto di più di quello che succede oggi, le associazioni di categoria che hanno una rappresentanza sicuramente più elevata di qualsiasi azienda singola e quindi è importantissimo perché le associazioni di categoria sono un po’ il faro, sono un po’ qualcuno che ti mostra un pericolo e ti dice attenzione per superarlo devi fare questo, questo e questo.

Purtroppo un po’ nella mentalità italiana non è sempre così accettato, perché siamo sempre portati a pensare di essere un po’ ognuno di essere il meglio, di non avere bisogno di qualcuno che venga a dire qualcosa, ma nella realtà invece, soprattutto nel mondo di oggi, bisogna essere molto molto pronti e soprattutto conoscere perfettamente tutto quello che è l’ambiente circostante.

Per rivedere il panel a cui ha partecipato Marco Checchi, ci si può collegare dal link sottostante

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.