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La Sapienza per la pace e la libertà della didattica e della ricerca | Il testo della mozione

In seduta congiunta il Cda e il Senato accademico dell’Università La Sapienza di Roma hanno approvato all’unanimità la mozione di non interruzione dei rapporti di collaborazione e ricerca con Israele. Di seguito il testo della mozione.

Nelle settimane successive all’attacco terrorista pianificato e compiuto da Hamas il 7 Ottobre 2023, abbiamo vissuto una fase di violenza che sembra inarrestabile. La reazione di guerra a quella efferata strage contro persone innocenti dal 28 ottobre, data dell’ingresso delle truppe di terra israeliane nella Striscia di Gaza, ha prodotto, secondo le fonti più attendibili, un numero complessivo di morti superiore a trentamila, moltissimi dei quali sono donne e bambini palestinesi. Il numero di feriti civili è diventato incalcolabile e la situazione umanitaria continua ad aggravarsi di giorno in giorno.

Le agenzie delle Nazioni Unite hanno rilevato una gravissima carenza di cibo e acqua, e la morte per fame di molti bambini negli ospedali della Striscia. Il sangue scorre anche in Siria, nel Libano meridionale e in Cisgiordania. Nelle ultime ore anche l’Iran è entrato direttamente nel conflitto, che rischia di intensificarsi ulteriormente. Il Medioriente in guerra è motivo di insicurezza per l’intero pianeta, mentre crescono le preoccupazioni per gli ostaggi in mano ai terroristi da oltre sei mesi. In questo scenario, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione della Sapienza condividono quanto segue.

1. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione della Sapienza si uniscono ai crescenti sentimenti di dolore e orrore suscitati dall’escalation militare e dalla conseguente crisi umanitaria alle quali si sta assistendo in Palestina, e ribadiscono il loro fermo impegno a favore della pace. Per questo motivo, appoggiano senza distinguo gli stati e le organizzazioni, a partire dalla risoluzione 2728, del 25 marzo 2024, del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che chiedono l’immediato cessate il fuoco, l’ingresso di significativi aiuti umanitari a Gaza e l’intensificazione dei negoziati per la liberazione degli ostaggi. Come tanti in queste ore, gli Organi Collegiali della Sapienza chiedono alla comunità internazionale di agire in modo coordinato per interrompere immediatamente le morti e i massacri tra i civili, aumentati costantemente dall’ingresso delle truppe israeliane nella Striscia, per curare feriti e malati, per sfamare le persone inermi e per individuare soluzioni negoziali che garantiscano una pace duratura, basata sul riconoscimento del diritto all’esistenza a tutte le persone che abitano nella regione mediorientale.

2. Al contempo, nel ricordare l’impegno assunto a favore della discussione, dell’approfondimento, del confronto, della libera espressione del dissenso purché non diventi prevaricazione in ogni sede dell’Ateneo, come ribadito da ultimo dal Senato Accademico nella seduta del 26 marzo u.s., il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione si impegnano a realizzare ulteriori azioni di accoglienza, sostegno e solidarietà per le comunità accademiche che sperimentano i tragici scenari di conflitto e a contribuire alla realizzazione di corridoi umanitari. A tal riguardo, ricordano che l’Ateneo ha promosso l’attivazione del Dottorato nazionale di Studi per la pace e ne sta coordinando la realizzazione. Inoltre, ha già aderito all’iniziativa della An-Najah National University, in partenariato con UNIMED (dove Sapienza è presente negli organi di Governo) e Palestinian Student Scholarship Fund (PSSF), volta a facilitare il completamento dell’istruzione universitaria, gratuitamente e attraverso una piattaforma di e-learning, degli studenti residenti nella Striscia. Infine, ha destinato una quota pari al 10 per cento del budget stanziato per il bando annuale di Visiting Professor al finanziamento di visite di studiosi provenienti dalle zone del conflitto in Medio Oriente.

3. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione considerano le esperienze internazionali di Sapienza in tutti gli ambiti del sapere, a partire dagli scavi archeologici in territori contesi, esempi importanti di quanto la libera circolazione della scienza e della ricerca scientifica possa rappresentare un potente strumento di pace, di progresso e di incontro multiculturale. Il dialogo tra i popoli, tra le sponde del Mediterraneo, è avvenuto in passato a partire dallo scambio tra culture, religioni, tradizioni, innovazioni scientifiche e principi di libertà comune, e le università hanno sempre contribuito in modo determinante a questo scambio. Nell’accogliere il dettato costituzionale che attribuisce alle Università il ruolo di promuovere la libertà della ricerca e dell’insegnamento, ribadiscono il proprio impegno affinché essa si svolga all’interno dei confini etici anch’essi definiti dai valori costituzionali e specificati dalla normativa internazionale e nazionale, dallo Statuto e dal Codice Etico di Sapienza. Per garantire il rispetto di questi principi, già nel 2021, gli Organi Collegiali del nostro Ateneo, su impulso della Rettrice, hanno istituito il Comitato etico per la Ricerca transdisciplinare e lo hanno dotato di un regolamento che affronta anche il tema dei possibili usi distorti della ricerca. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione ricordano che al principio della libertà corrisponde quello della responsabilità individuale, di cui ogni ricercatore deve essere pienamente consapevole. Gli indirizzi di ricerca, le scelte metodologiche, le collaborazioni e i risultati ottenuti potrebbero essere infatti interpretati e usati in modo differente da quanto originariamente previsto o desiderato.

4. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione della Sapienza rifiutano l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana. Invitano quindi tutti i componenti della comunità scientifica a difendere il carattere universalistico e libero della ricerca scientifica, che costituisce la condizione della sua stessa esistenza e la premessa necessaria affinché essa possa trasformarsi in uno strumento di incontro pacifico, scambio e comprensione tra popoli e culture.

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