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La Robin Hood Tax | L’analisi di Alessandro De Nicola

Sulla Stampa Alessandro De Nicola esprime solidarietà al valoroso popolo dei banchieri, dei proprietari immobiliari, degli assicuratori e dei Paperoni italiani e stranieri.

“Nel tortuoso percorso che porterà alla presentazione della legge di bilancio, nella bozza semiclandestina che circola tra le redazioni, sono apparse varie ipotesi di sovratassazione di queste categorie che, con riguardo alle banche, il ministro Salvini ha ribattezzato Robin Hood Tax. Tuttavia, se avesse visto anche la sola versione Disneyana dell’epopea, il ministro saprebbe l’eroe di Sherwood riprendeva i soldi estorti dallo Sceriffo di Nottingham e da Giovanni senza Terra, cioè dal governo, il vero ladro cui Robin sottraeva il denaro per restituirlo al popolo oppresso”.

Sia come sia, un’ipotesi allo studio del MEF è quella di un’imposta straordinaria su banche e assicurazioni che potrebbe recuperare un gettito di circa 5 miliardi di euro.

“Ebbene, il settore creditizio in Italia già sostiene un carico fiscale superiore a quello delle imprese ordinarie, godendo al tempo stesso di meno agevolazioni. In questo contesto, dunque, nuove imposte straordinarie, soprattutto l’innalzamento dell’IRAP ipotizzato dal governo, sono dannose”.

Primo: alzano l’incertezza regolatoria e il costo del capitale, scoraggiando gli investitori attuali e potenziali.

Secondo: distorcono l’allocazione delle risorse, inducendo a investire dove conviene fiscalmente, non dove ha senso economicamente, con perdita di efficienza dinamica.

Terzo: in un mercato integrato, penalizzano la competitività delle banche italiane rispetto a concorrenti esteri soggetti a regimi più stabili e prevedibili.

Quarto: è elevato il rischio di ribaltamento dei costi sulla clientela.

Quinto, l’IRAP è il tributo più assurdo del nostro ordinamento, ricadendo sul fatturato e non sui profitti. “Bisognerebbe abolirlo, non incrementarlo a chiazza di leopardo”.

Non va meglio con l’idea (sconfessata da Lega e FI) dell’innalzamento della cedolare secca dal 21 al 26% per gli affitti brevi. “Pure in questo caso si tassano in modo diverso prestazioni equivalenti, ossia il concedere in locazione un immobile, solo perché la durata è diversa”.

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