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La Piccola Nato presente in Medio Oriente | L’analisi di Paolo Garimberti

Paolo Garimberti su Repubblica parla di Piccola Nato in Medio Oriente e cita due dichiarazioni: “La prima, e sicuramente la più innovativa, quasi rivoluzionaria, dal punto di vista delle alleanze diplomatiche ma anche militari nella regione, è quella del ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz, che è stato per due volte in passato ministro della Difesa.

‘Costruiremo – ha detto Gantz – una coalizione regionale ed esigeremo un prezzo nel modo e nel momento che ci conviene’.

La seconda è venuta dal ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian, secondo il quale la rappresaglia di Teheran all’attacco israeliano al consolato di Damasco, che ha eliminato alcuni alti ufficiali dei Guardiani della rivoluzione, è finita, salvo che ci siano ‘nuove aggressioni’ da parte di Israele.

Il riferimento di Gantz alla ‘coalizione regionale’ è la rivelazione che, nella notte tra sabato e domenica, è stata ‘ufficialmente inaugurata’, per usare l’espressione di The Times of Israel, la Mead, acronimo di Middle East Air Defence, che è la versione militare degli Accordi di Abramo, firmati nel 2020 da Israele con alcuni Stati arabi e che, se non ci fosse stato il massacro di Hamas del 7 ottobre, avrebbero potuto estendersi all’Arabia Saudita.

Perché – sottolinea Garimberti – in aiuto di Israele per fermare l’ondata di droni e missili partita dall’Iran — ed è la prima volta che il regime degli ayatollah attacca direttamente, anziché usare i suoi ‘proxies’ — sono venuti non soltanto tre Paesi della Nato, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, ma anche un Paese arabo, che contro Israele ha combattuto tre guerre tra il 1948 e il 1973, prima di firmare un trattato di pace nel 1994.

Ma non è un caso che sia stato Benny Gantz a parlare di una ‘coalizione regionale’ perché, secondo alcune fonti, la Mead, questa sorta di “piccola Nato” mediorientale, è opera sua, costruita dopo la firma degli Accordi di Abramo con successivi accordi di sicurezza con Giordania, Marocco, Bahrein, e altri Stati che per ora “non possono essere rivelati”.

È molto probabile che nella creazione di questa coalizione ci sia la mano degli Stati Uniti.

La linea diplomatica della Casa Bianca, con un presidente che si occupa di politica estera da quando entrò appena trentenne al Senato – conclude – è proprio quella di rafforzare, o favorire, alleanze regionali per contrastare le mire politiche e le ambizioni di aspiranti superpotenze militari o di ‘Stati canaglia’”.

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