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Intesa in Ue sui tagli alla due diligence con risparmi da 4,5 miliardi. Von der Leyen: “Riduciamo la burocrazia” | L’accordo

Dopo il cortocircuito al Parlamento europeo, con il voto in Plenaria clamorosamente fallito, l’Unione europea ritenta e trova un nuovo accordo sui tagli alle misure di due diligence e sostenibilità ambientale figli di un’epoca che sembra ormai lontanissima.

Nella notte, il cosiddetto trilogo – formato da Parlamento e Consiglio Ue, con la presenza della Commissione – l’accordo è stato raggiunto sul cosiddetto ‘Omnibus I’.

“L’intesa ridurrà i costi amministrativi, taglierà la burocrazia e renderà più semplice il rispetto delle norme di sostenibilità, con un risparmio da 4,5 miliardi, ha esultato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Il risultato non era scontato. Lo scorso ottobre, alla Plenaria di Strasburgo, il pacchetto di misure non era passato: la maggioranza Ursula si era spaccata, e anche nei Popolari – favorevoli ad un netto ammorbidimento delle misure – era emerso il dissenso interno.

“Per l’accordo sulle semplificazioni raggiunto oggi a Bruxelles, è stata decisiva l’azione condotta da una maggioranza di centrodestra con Patrioti, Popolari, Conservatori e Sovranisti, hanno, non a caso, sottolineato il capodelegazione della Lega Paolo Borchia e il suo collega di partito Raffaele Stancanelli.

Ad esultare è stata anche la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. “Stiamo mantenendo le promesse. Stiamo riducendo la burocrazia. Stiamo mantenendo l’Europa competitiva, rendendo più facile per le imprese, le Pmi e l’industria investire, crescere e creare posti di lavoro”, ha scritto su X.

Nell’ottobre scorso il Financial Time aveva raccontato di pressioni sull’Ue, da parte di Usa e Qatar, per disarmare la cosiddetta direttiva Csddd. Ma in Plenaria era andata diversamente. Con l’intesa nel trilogo l’Ue ci riprova.

L’accordo introduce una clausola di revisione per una possibile estensione del campo di applicazione di entrambe le direttive e rinvia di un altro anno, al 26 luglio 2028, il termine per recepire la direttiva due diligence. Le società dovranno dunque conformarsi alle nuove misure entro luglio 2029.

Con l’accordo politico, prosegue la presidenza Ue, l’85% delle imprese che rientrerebbero nel campo di applicazione saranno invece esentate dagli obblighi di reportistica sulla loro sostenibilità aziendale.

Secondo il testo concordato, gli obblighi di due diligence si applicheranno a grandi società con più di 5mila dipendenti e un fatturato annuo superiore a 1,5 miliardi di euro.

Le società in questione non saranno però più tenute a preparare un piano di transizione per rendere il loro modello di business in linea con gli obiettivi dell’accordo sul clima Parigi ma potranno essere soggette a sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto dei requisiti di sostenibilità ambientale e sociale fino a un limite del 3% del loro fatturato netto mondiale. La Commissione Ue dovrà elaborare delle linee guida a riguardo.

Gli stessi vincoli green e sociali si applicheranno anche alle società extra Ue con un fatturato nel continente superiore alla stessa soglia.

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