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Intelligenza artificiale: nei prossimi 5 anni il 100% degli innovatori la userà per generare idee | Lo scenario di Bain & Company

Quando si parla delle aziende che, con la loro capacità di innovazione, stanno cambiando il mondo, il comune denominatore non è la spesa. Queste realtà non vedono l’innovazione come una funzione, ma come la strategia.

Dalla mobilità trasformata da Waymo, alla nuova era del social drinking con Athletic Brewing, fino all’istruzione gamificata di Duolingo, i leader della Fast Company 50 Most Innovative Companies dimostrano che la crescita non nasce più da piccoli miglioramenti, ma dalla capacità di anticipare i cambiamenti e costruire nuove traiettorie di business prima degli altri.

Non a caso, il 94% di queste imprese dichiara di voler entrare in nuovi mercati nei prossimi anni, e l’88% mette l’innovazione ai vertici dell’agenda strategica, al pari della performance finanziaria. I dati confermano il valore di questa scelta: le aziende nella lista hanno registrato ritorni totali per gli azionisti ben superiori ai peer di settore.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale per queste imprese è già centrale. Oggi viene utilizzata soprattutto per concept development (75%), idea generation e prototipazione (63%), testing e validazione (69%). “Tuttavia, tra soli cinque anni, lo scenario sarà completamente diverso, con oltre il 90% delle aziende che la adotterà fino al lancio e alla crescita. L’intelligenza artificiale sta diventando la nuova cassetta degli attrezzi degli innovatori, ma non è un sostituto della creatività umana. È un moltiplicatore: permette di sognare più in grande e di conoscere dati, processi e clienti molto meglio. La vera differenza la fa chi sa unire il potenziale delle macchine con l’intuizione delle persone”, afferma Emanuele Veratti, senior partner e digital practice leader di Bain & Company.

Eppure, anche tra i campioni dell’IA, un messaggio è forte e chiaro: l’innovazione che conta resta umana. L’89% degli intervistati dichiara di dare priorità alla comprensione dei bisogni reali dei clienti rispetto a scorciatoie algoritmiche. Il 72% integra sistematicamente feedback diretti e insight empatici nel percorso di sviluppo.

Molte aziende stanno sperimentando con synthetic personas, archetipi generati dall’IA che simulano comportamenti e scelte dei consumatori. Utilizzati bene, accelerano i test e ampliano le possibilità di analisi. Ma non sostituiscono le persone reali: restano strumenti per potenziare, non per rimpiazzare, l’ascolto autentico.

Le aziende più innovative hanno imparato a non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Per bilanciare sicurezza e audacia, il 79% adotta due binari distinti: da un lato l’innovazione “vicina al core”, fatta di miglioramenti graduali e più prevedibili; dall’altro, progetti esplorativi e dirompenti, con cui si aprono nuove strade di crescita. Questo approccio duale consente di mantenere solide le basi dell’attività principale, ma senza rinunciare alle scommesse che possono cambiare il futuro.

“Molte aziende finiscono per concentrare la grande maggioranza dei loro sforzi su ciò che già conoscono, rimanendo ferme in un modello focalizzato sul core, nulla sul nuovo, anche se questo mostra un livello di maturità ed un’intensità competitiva tale da non abilitare le ambizioni di creazione di valore desiderata. I leader più visionari hanno invece capito che servono due motori: uno per l’efficienza e l’espansione incrementale, l’altro per la scoperta e le scelte audaci di ridefinizione del proprio posizionamento di business. Solo così si superano le paure e si colgono le opportunità capaci di rispettare le ambizioni di creazione di valore e le aspettative di crescita degli azionisti”, commenta Mauro Colopi, partner e responsabile italiano Technology, Media & Telecommunications (TMT) di Bain & Company.

La ricerca di Bain mostra che il futuro dell’innovazione non sarà guidato dall’IA da sola, ma dalla combinazione tra intelligenza artificiale e ingegno umano. I leader non vedono la tecnologia come un sostituto delle persone, bensì come un alleato che amplifica creatività, immaginazione e capacità di comprensione dei clienti.

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