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Imprese: negli ultimi 10 anni 304 miliardi di Ide in Spagna, 191 in Italia | Lo studio di Teha Group- Amazon

Tra il 2015 e il 2024 la Spagna ha attirato 304 miliardi di euro di investimenti diretti esteri (Ide), contro i 191 miliardi registrati in Italia.

Questa è una delle principali conclusioni dello studio “Investire nel Mediterraneo. Dinamiche in Spagna e Italia per attrarre investimenti esteri” sviluppato dal Teha Group (The European House – Ambrosetti) in collaborazione con Amazon, sotto la direzione accademica della IE University.

Il rapporto, elaborato da un comitato scientifico guidato da Enrico Letta, decano della IE University e presidente dell’Istituto Jacques Delors, presentato oggi alla IE Tower di Madrid, analizza le differenze nei flussi di Ide e propone misure politiche per promuovere gli investimenti in Spagna e in Italia.

Il rapporto sottolinea che la Spagna ha rafforzato la sua attrattiva per gli investimenti esteri nella regione mediterranea e propone cinque riforme chiave per consolidare la sua posizione: digitalizzazione amministrativa, unificazione del quadro amministrativo, semplificazione normativa, promozione dell’ecosistema dell’innovazione e politiche attive di attrazione dei talenti con la semplificazione delle procedure di rilascio dei visti, programmi di sostegno alle comunità imprenditoriali internazionali e iniziative volte a rafforzare le competenze digitali della popolazione attiva.

“Ciò che emerge da questa ricerca è anche la necessità di una collaborazione tra Spagna e Italia”, ha sottolineato Enrico Letta durante l’evento di presentazione dello studio. “In effetti, esiste una grande complementarità e ciascuno può facilmente trarre vantaggio da una maggiore cooperazione”, ha aggiunto.

La ricerca si è avvalsa del contributo di un comitato scientifico presieduto da Letta e composto da Carlo Altomonte, vicepreside della SDA Bocconi, Patricia Gabaldón, professoressa di Economia e direttrice accademica della Laurea in Economia dell’IE University, e Jordi Sevilla, economista, ex ministro delle Pubbliche Amministrazioni della Spagna ed ex presidente di Red Eléctrica de España.

L’analisi comparativa dei due Paesi mostra che gli 856 progetti di investimenti diretti esteri ex novo realizzati in Spagna fino al 2024 hanno generato 72.416 nuovi posti di lavoro, mentre i 303 progetti avviati in Italia ne hanno creati 40.006.

“In qualità di uno dei principali investitori in Spagna, Amazon ha potuto osservare direttamente i punti di forza e le sfide del Paese iberico. Dal nostro arrivo in Spagna, abbiamo investito oltre 20 miliardi di euro in infrastrutture e operazioni. Abbiamo circa 40 centri logistici distribuiti su tutto il territorio e due centri di innovazione a Madrid e Barcellona, che riuniscono oltre 1.000 persone dedicate allo sviluppo tecnologico”, ha affermato Ruth Díaz, direttrice generale di Amazon in Spagna.

“Le raccomandazioni offerte da questo rapporto per rafforzare l’economia spagnola sono chiare: la digitalizzazione è un motore per attrarre investimenti stranieri, ma lo è anche la necessità di un sistema normativo più stabile, efficiente e semplificato. In Amazon crediamo fermamente che, con la collaborazione e una visione condivisa, la Spagna possa posizionarsi tra le principali destinazioni di investimento al mondo”, ha aggiunto.

Il rapporto confronta in modo sistematico i fattori che influenzano l’attrazione degli investimenti stranieri in Spagna e in Italia. Nonostante le loro somiglianze culturali ed economiche, i due Paesi presentano contrasti significativi che aiutano a spiegare perché la Spagna sia riuscita ad attrarre un numero maggiore di progetti e più occupazione nell’ultimo decennio.

Rispetto al quadro normativo, le regioni spagnole si distinguono per la qualità della loro governance. Tuttavia, il sistema italiano garantisce maggiore uniformità e una minore frammentazione tra i diversi livelli di governo. Gli esperti confermano che la burocrazia è più complessa in Spagna: le pmi spagnole dedicano in media 27,7 ore al mese alle pratiche burocratiche, contro le 26,1 dell’Italia.

La produttività del lavoro in Spagna è aumentata del 3,2%, mentre in Italia ha registrato un calo del 2,6%, a dimostrazione che i buoni risultati del mercato del lavoro italiano non si sono tradotti pienamente in crescita economica.

Entrambi i Paesi investono meno del 5% del Pil nell’istruzione e rimangono al di sotto della media Ue nella spesa terziaria pro capite, il che indebolisce qualità e competitività. L’Italia avrebbe bisogno di investire 13,6 miliardi di euro in più all’anno rispetto ai 2,9 miliardi della Spagna per raggiungere lo standard europeo.

La Spagna offre inoltre migliori servizi pubblici digitali e transfrontalieri secondo l’Indice europeo di qualità della governance, e le sue imprese beneficiano di costi energetici più bassi (166,6 €/MWh contro 252,9 €/MWh in Italia).

In materia di migrazione, lo studio rivela che la Spagna ha sfruttato questo fenomeno come leva di competitività e sostenibilità demografica, con il 18,6% della popolazione nata all’estero contro il 12,2% dell’Italia.

La ricerca sottolinea che, senza un rafforzamento delle politiche migratorie, entrambi i Paesi dovranno affrontare una forte contrazione della forza lavoro nei prossimi decenni, rendendo la migrazione uno strumento essenziale per contrastare l’invecchiamento della popolazione e sostenere la crescita.

Il rapporto analizza anche il settore energetico, rilevando che la Spagna beneficia di un mix più diversificato: solo il 22,5% dell’elettricità è generato dal gas naturale, contro il 45% in Italia. Ciò grazie a una combinazione di fonti nucleari e rinnovabili che contribuiscono a mantenere i costi più bassi per le imprese.

“Questo rapporto conferma che attrarre investimenti internazionali richiede un approccio sistemico e ampio”, ha affermato Valerio De Molli, ceo di Teha Group. “I dati mostrano chiaramente che la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’armonizzazione delle normative tra le diverse regioni non sono riforme astratte, ma hanno un impatto diretto sulla capacità di un Paese di attrarre e trattenere capitali internazionali. I Paesi che offrono agli investitori certezza in termini di tempistiche, procedure chiare e interfacce digitali efficienti dimostrano sistematicamente una performance migliore in materia di Ide”.

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