In Italia ci sono 3,3 milioni di lavoratori green. È questo il dato aggiornato che emerge dal nuovo rapporto GreenItaly presentato oggi a Roma. I 3,3 milioni di occupati ‘verdi’ rappresentano il 13,8% degli occupati.
Quasi 580mila imprese ‘non-agricole’ italiane negli ultimi sei anni hanno investito sulla green economy e sulla sostenibilità per affrontare il futuro.
L’Italia è leader nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 92,6%, un tasso di gran lunga superiore alla media europea (60%).
Il rapporto GreenItaly è arrivato alla 16esima edizione, ed è realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, Enel, molte altre organizzazioni e oltre 20 esperti.
“I dati del 16esimo rapporto GreenItaly confermano la concretezza dell’invito del presidente Mattarella a fare della transizione verde e della decarbonizzazione un importante fattore di competitività – dichiara il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – c’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla Cop30 a Belém: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società. Si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento.”
Secondo i dati, le aziende europee che detengono brevetti in tecnologie green strategiche registrano in media un livello di produttività più alto del 17%, rispetto alle altre imprese che hanno sempre brevetti ma non green.
“Nel periodo 2019-2024 sono state 578.450 le imprese extra-agricole che hanno effettuato eco-investimenti pari al 38,7% del totale ovvero più di 1 impresa su 3. Nel 2024 i green jobs sono 3.298.000 di unità, in crescita del 4,3% (+135mila) rispetto al 2023, con una quota sul totale degli occupati pari al 13,8%.”
Rispetto alla distribuzione regionale dei green jobs, lo scenario resta pressoché immutato anche nel 2024, con l’affermazione del Nord-Ovest con il 32,8% del totale nazionale, seguito dal Nord-Est (23,6%), dal Mezzogiorno (23,1%) e dal Centro (20,5%); unica area, quest’ultima, a segnare una flessione di lavoratori verdi rispetto all’anno precedente.
La distribuzione per macro-aree geografiche delle imprese eco-investitrici dei settori dell’industria e dei servizi nel periodo 2019-2024 evidenzia una differenziazione maggiore. La differenza tra l’incidenza delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti sul totale delle imprese extra-agricole nelle macro-aree nel 2019-2024 è contenuta in 2,7 punti percentuali rispetto alla media (38,7%), con un valore massimo nel Nord-Est (41,4%) e un minimo nel Centro (36,6%).
La Lombardia conserva il primato nella graduatoria regionale, con 102.730 imprese eco-investitrici nel settore dell’industria e dei servizi, pari al 17,8% del totale nazionale e al 39,3% del totale delle imprese della regione.
Nelle prime cinque regioni per numero di imprese che hanno effettuato investimenti green sono concentrate il 53,1% delle imprese: oltre alla Lombardia, il Veneto, il Lazio, la Campania e l’Emilia-Romagna.
Continua poi a livello territoriale il testa a testa tra le città metropolitane di Roma e Milano. La città metropolitana di Roma si riprende il primato con 39.020 imprese eco-investitrici extra-agricole, segue Milano con 37.680 imprese green.








