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Il ruolo cruciale del Mes nelle ultime parole di Visco | L’analisi

«La contrarietà al nuovo Mes solleva perplessità per un motivo sostanziale: la mancata ratifica italiana non ne comporterebbe l’eliminazione totale o parziale». Lo sottolinea Veronica De Romanis sulla Stampa. «Nelle sue ultime considerazioni da governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha sottolineato il ruolo cruciale del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). L’auspicio è di raggiungere presto “la piena operatività della sua riforma”».

«Il Mes continuerebbe a operare senza, però, poter usufruire di un potere in più. Ossia quello di integrare con risorse aggiuntive il fondo di risoluzione unico (che ha una capienza limitata pari a circa 55 miliardi) nel caso di una crisi bancaria sistemica. Secondo Visco» ricorda ancora De Romanis «si tratterebbe di “una rete di sicurezza” importante alla luce dei “recenti fenomeni di instabilità osservati al di fuori dell’Unione europea”. C’è, pertanto, da chiedersi perché mai l’attuale governo voglia privare l’Italia e gli altri Paesi di questa tutela. È sicuramente vero che il Mes non gode di buona reputazione. In questi anni, le forze di centrodestra unitamente a quelle del Movimento 5 Stelle hanno veicolato messaggi tanto confusionari quanto erronei».

«Nell’eventualità, tuttavia, poter contare sull’intervento del Mes dovrebbe essere considerato un vantaggio, non uno danno. Per convincersi di ciò» scrive l’editorialista «basterebbe analizzare i risultati della sorveglianza post programma pubblicati la settimana scorsa dalla Commissione europea sulla situazione economica, fiscale e finanziaria degli Stati che hanno aderito a un piano di aggiustamento del Mes, ossia Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro. Dai singoli rapporti si evince che le cinque economie crescono in modo “solido” e hanno “la capacità di ripagare il proprio debito”. Il prossimo 30 giugno la proposta di legge di ratifica del Mes sarà in Aula alla Camera per la discussione generale. C’è da augurarsi» conclude «che per quella data i suddetti rapporti vengano letti dai nostri parlamentari».

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