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Il risiko degli asset russi. Il destino dell’Ucraina dipende dalle (difficili) decisioni europee | L’analisi di Rocco Cangelosi

Nello stretto arco di tempo che intercorre tra gli incontri di oggi a Berlino dei leader dei volenterosi con gli inviati di Trump, Witkoff e Kushner, e il Consiglio Europeo del 18 e 19 dicembre prossimi si giocano il destino dell’Ucraina e il ruolo dell’Europa.

Zelensky, consapevole della pressione esercitata da Trump per giungere ad un accordo, comincia a mandare segnali di maggiore flessibilità dicendosi pronto a rinunciare alla prospettiva di entrare nella Nato in cambio di garanzie sulla sicurezza votate dal Congresso americano e di essere pronto a ritirare le sue truppe dalle zone non occupate nel Donbass se altrettanto faranno i russi.

Ma la posizione negoziale del leader ucraino appare sempre più debole di fronte a una prospettiva di bancarotta, se verranno meno gli aiuti finanziari di cui finora ha beneficiato per far fronte alla guerra.

E qui si inserisce il ruolo dell’Europa alle prese con una difficile decisione sull’utilizzo degli asset russi congelati in gran parte in Belgio presso Euroclear, società finanziaria di diritto pubblico specializzata nel regolamento delle transazioni su titoli.

Le possibilità di raggiungere un accordo al Consiglio europeo appaiono sempre più problematiche dati i risvolti giuridici che una decisione comporterebbe sul piano internazionale.

Vari Paesi hanno già annunciato la loro opposizione: Bulgaria, Malta, Slovacchia.

Il Belgio chiede solide garanzie da parte della Bce o dei singoli Stati membri nella controversia giuridica che i russi hanno già lanciato.

La Francia chiede che vengano esclusi dal conteggio i 19 miliardi di titoli detenuti sul suo territorio.

L’Italia avanza perplessità sul piano giuridico.

L’alternativa sarebbe quella di ricorrere al debito comune, ma molti paesi (Germania in testa) sono nettamente contrari.

Appare evidente che se una soluzione non verrà trovata al Consiglio europeo di questa settimana, il ruolo dell’Europa già estremamente marginale nel negoziato diverrà insignificante e una pace che suonerà come resa dell’Ucraina sarà sempre più probabile.

Per questo il presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa, ha preannunciato una maratona negoziale, minacciando che non scioglierà la riunione finquando non verrà trovata una soluzione adeguata.

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