“Il Messaggio di papa Leone per la Giornata mondiale della pace giunge in un momento storico di straordinaria drammaticità – puntualizza Giovanni Scarafile su Avvenire – segnato dall’aumento delle spese militari e dalla proliferazione dei conflitti armati. La sua specificità più rilevante è la proposta di un realismo alternativo, che rovescia il paradigma dominante. Leone XIV denuncia con lucidità il paradosso del nostro tempo: ‘Non sono pochi oggi a chiamare realistiche le narrazioni prive di speranza’. È qui che si gioca la partita decisiva: quale realismo? Quello che vede solo minacce, o quello capace di riconoscere la pace come presenza e cammino prima ancora che come meta?
“Richiamando Sant’Agostino, il Papa sottolinea un dato essenziale: la pace è ‘a portata di mano’. Il problema non è dunque la sua assenza, ma la nostra cecità di fronte alla sua presenza operante, la nostra incapacità di nominarla e testimoniarla. Questa prospettiva apre alla dimensione del dialogo, che nel Messaggio assume un rilievo centrale. Il riferimento ad Agostino — ‘chi ama veramente la pace ama anche i nemici della pace’ — e alla Gaudium et spes indica l’ascolto e l’incontro come alternativa strutturale alla logica della contrapposizione armata.
“Non si tratta di ingenuità, ma del riconoscimento che la deterrenza nucleare e l’equilibrio del terrore incarnano ‘l’irrazionalità di un rapporto tra popoli basato sulla paura e sul dominio della forza’, oltre a favorire un processo di deresponsabilizzazione dei leader politici e militari. Leone denuncia anche il tentativo di riorientare le politiche educative attraverso campagne che diffondono la percezione di minacce e una nozione meramente armata di sicurezza. Il dialogo diventa così resistenza alla militarizzazione del pensiero stesso.
“La riflessione antropologica si concentra poi sulla fragilità, simbolizzata dal Bambino di Betlemme: non la potenza militare che si pretende dissuasiva, ma la vulnerabilità che mette in discussione la direzione scelta come singoli e come comunità. Per la vita quotidiana, il Messaggio offre indicazioni precise: custodire la pace come ‘una piccola fiamma minacciata dalla tempesta’, praticare il disarmo integrale degli spiriti, rifiutare l’escalation verbale e la chiusura identitaria, promuovere responsabilità civili e politiche.
“La pace, conclude papa Leone, non chiede di essere costruita dal nulla, ma riconosciuta e custodita come presenza già operante nella storia. Un realismo più radicale di quello armato, perché osa credere che la conversione dei cuori renda possibile ogni disarmo esteriore”.








