“Contrastare l’offensiva della guerra ibrida richiede consapevolezza collettiva, difese attive e un modello di collaborazione permanente tra istituzioni, industria e ricerca. Nessun attore da solo può garantire sicurezza in un dominio dove la minaccia si rinnova ogni giorno e l’attacco può arrivare in un click”.
Lo ha detto oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo alla plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
“È qui – ha aggiunto il ministro – che prende l’idea di un’arma cyber nazionale, una componente civile e militare”. Una forza che “deve unire competenze tecniche avanzate, intelligence digitale, contrasto immediato e resilienza operativa”.
“Dovrebbe partire una prima struttura che possa contare su 1500 unità operative, ma l’obiettivo è arrivare a un organico più ampio e autonomo – ha spiegato Crosetto -. Fondamentale sarà anche garantire tutte le funzionali, percorsi di formazione continua per gli specialisti civili e militari così da trattenere competenze e creare una cultura nazionale della sicurezza digitale”.
Una capacità che “non sarà solo difensiva, ma dovrà fare anche da deterrente”.








