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Giuseppe Conte, Presidente Movimento 5 Stelle: “No all’economia di guerra, il futuro è nella spesa sociale e nella pace”

Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Le misure di contrasto delle fragilità e dei disagi sociali”, moderato dal giornalista Luca Telese.

Ecco una sintesi del suo intervento:

Riarmo, NATO e “economia di guerra”

  • “È una posizione ben meditata” contro il riarmo “nei termini in cui è stato fatto” e contro “spendere 10 miliardi aggiuntivi”, perché così “si sta andando in una direzione completamente opposta” rispetto alle priorità sociali.
  • La traiettoria europea viene letta come scivolamento verso “una economia di guerra”, teorizzata nei documenti UE: “tutti i documenti unitari europei parlano di una prospettiva di una economia di guerra”.
  • Critica la dinamica NATO: “passiamo dal 2 al 5% delle spese Nato” e avverte che gli investimenti finiscono spesso su “industrie americane delle armi”, in una “partita a giro a vantaggio degli Stati Uniti”.

Germania, riconversione industriale e vincoli di bilancio

  • Descrive la scelta tedesca: “Smette di fare la golf per fare i carri armati”, convertendo fabbriche dall’automotive alla produzione bellica.
  • Sottolinea il “cortocircuito” dei vincoli: per anni austerità, poi “hanno fatto saltare anche tutti quei vincoli di bilancio” quando serve alla Germania.
  • Contesta l’uso dei fondi: “potete utilizzare anche i fondi di coesione” per il riarmo, anziché per “colmare diseguaglianze economiche e sociali”.

Costi per l’Italia e priorità di spesa

  • Ribadisce che non avrebbe firmato l’impegno NATO: “Assolutamente no”.
  • Quantifica l’impatto della firma: “costerà a noi nei prossimi 10 anni 445 miliardi” e chiede: “dove prendiamo nei prossimi 10 anni 445 miliardi?”.
  • Collega il tema ai tagli: “già la sanità è disastrata, non riusciamo a investire nella scuola, gli asili nido”; “tagliamo sempre la spesa sociale”.

Elezioni regionali e competitività del “campo progressista”

  • Legge le regionali come prova: “siamo molto competitivi” e rivendica risultati M5S: “due Presidenti del Consiglio regionale”.
  • Sminuisce i retroscena: “sono discorsi oziosi”; ribadisce il criterio: “individuare il candidato più competitivo per andare a vincere”.
  • Indica il metodo: “ascoltare il Paese”, aprire un percorso (“cantiere”) e lavorare su “un programma che sia veramente progressista”.

Sicurezza, giustizia e “cortocircuito” della destra

  • Denuncia la “norma” che impone di avvisare prima: “avvertire anche spacciatori, borseggiatori, ladri, rapinatori”.
  • Spiega il “cortocircuito”: per lui serve a proteggere “colletti bianchi, politici o amici imprenditori”, mentre verso gli altri si inaspriscono pene e reati.
  • Rivendica proposte su reati predatori: rendere “procedibile in via d’ufficio” almeno “scippi, furti e altri reati gravi”, perché oggi “dobbiamo andare a fare denuncia” altrimenti “la magistratura non può procedere”.

Atreju e disponibilità al confronto pubblico

  • Conferma l’impostazione: “è sempre bene che si faccia” un confronto anche in contesti non propri.
  • Sulla presenza: “confermo la mia disponibilità” a un confronto, perché “gli italiani vogliono parlare… vogliono ascoltare questi temi”.

Leadership e primarie

  • Non esclude il metodo: “non escludo affatto che ci possano essere delle primarie”.
  • Ridimensiona i sondaggi: “non sono un ragazzino” e non fa politica “per qualche lusinga”.
  • Torna al punto: “dobbiamo assolutamente ascoltare il Paese” e poi definire programma e leadership.
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