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Giorgio Palù (Presidente Aifa): «Sarà necessario continuare a sorvegliare con attenzione le attività più a rischio»

«Sarà necessario continuare a sorvegliare con grande attenzione le attività che più espongono al rischio». Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid, avverte che «non è finita», anche se sì, «abbiamo cominciato a sconfiggere questo coronavirus».

In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, l’esperto invita alla cautela. Soprattutto nei luoghi chiusi. Le riaperture annunciate dal Governo sono premature? «Non lo sono se si procede con prudenza, gradualità e continuando la sorveglianza – risponde -. Penso a tamponi e controlli, non estensivi, certo, ma random. Quindi garantire salute e sopravvivenza economica, tenendo in considerazione le attività che più espongono al rischio».

In primis «i grandi assembramenti al chiuso. Penso a eventi di spettacolo, alle discoteche, alla ristorazione. Si potrà riaprire anche nei locali al chiuso – precisa Palù – ma stabilendo un numero massimo di persone, evitando il ricircolo dell’aria e praticando un controllo attraverso le green card: clienti già guariti dal Covid, vaccinati o con tampone negativo nelle 48 ore precedenti».

«La velocità con cui procede la copertura vaccinale», con la «popolazione vaccinata ormai al 30% con la prima dose, ci fa ben sperare», rassicura comunque il presidente Aifa.

Ma i vaccini proteggono già dopo una dose? «Sì, l’impatto della vaccinazione comincia ad essere importante anche dopo una dose singola; una serie di studi stabiliscono che l’evento malattia grave viene scongiurato. E ora, alla nostra latitudine, da maggio a settembre abbiamo una radiazione ultravioletta se non perpendicolare, quasi».

Significa che «mancano le caratteristiche indispensabili a un virus respiratorio per diffondersi: umidità, temperatura bassa, scarsa circolazione dell’aria. Un anno fa successe la stessa cosa». Quindi a ottobre ci ritroveremo come lo scorso autunno? «Non siamo in grado di predire come evolverà questa pandemia – spiega il virologo – perché Sars-CoV-2 è un coronavirus nuovo».

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