Dei 24 miliardi di euro, «abbiamo già speso ad oggi, con Rfi, più di 2,5 miliardi, ossia oltre il 10% delle risorse assegnateci dal Pnrr». A spiegare il ruolo del gruppo Fs è il ceo di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris. Queste risorse «coprono sia progetti in fase avanzata sia altri in fase autorizzativa che potranno beneficiare delle accelerazioni impresse dal governo ai relativi iter», evidenzia.
«Ma» prosegue Ferraris intervistato da Milano Finanza «ricordiamoci che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanzia parte dei progetti, non progetti interi, e a quei finanziamenti vanno aggiunti gli investimenti in essere e quelli che fanno parte degli accordi di programma».
Riguardo i cantieri aperti ad oggi, Ferraris riferisce che «oggi i cantieri aperti si concentrano al Sud sulla Napoli-Bari e sulla Palermo-Catania-Messina, in Liguria sul progetto unico nodo di Genova e Terzo Valico, poi da Brescia verso Padova sulla trasversale Alta Velocità Torino-Venezia. In fase preliminare – ne cito alcuni – abbiamo il primo lotto della Salerno-Reggio Calabria e poi gli interventi sulla Pescara-Roma, la Orte-Falconara e la Circonvallazione di Trento. Abbiamo bandi di gara che, tra già lanciati e da lanciare, a fine aprile raggiungeranno un controvalore di circa 5 miliardi di euro. Con investimenti che riguardano anche le innovazioni tecnologiche e le stazioni».
In particolare, si tratta «dell’Ertms (European Rail Traffic Management System, ndr), sistema scelto come linguaggio comune europeo per il distanziamento dei treni. A novembre è stata aggiudicata una gara da 500 milioni per l’Ertms in quattro regioni ed è stato pubblicato il bando da 2,7 miliardi di euro per l’implementazione di questa tecnologia in tutta Italia. Inoltre, il Pnrr destina 700 milioni per riqualificare 54 stazioni del Sud, di cui nove hub intermodali» aggiunge il Ceo.
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