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Gli aeroporti sono asset strategici per la mobilità del futuro | L’analisi di Enrico Postacchini, Presidente Aeroporto Marconi di Bologna

Enrico Postacchini, Presidente Aeroporto Marconi di Bologna SpA, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “La tutela dell’ambiente, le transizioni e la mobilità del futuro“, moderato dal presidente dell’Ispra Stefano Laporta.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

Presidente, siamo alla terza edizione degli Stati Generali della ripartenza, un momento di dialogo e di confronto tra imprese, istituzioni, società civile. Quanto è importante il dialogo per far crescere l’Italia?

È fondamentale, complimenti a voi, perché questa è un’iniziativa che dà lustro anche a Bologna, ma a tutto il Paese. È la chiave di volta proprio del successo di un Paese e degli investimenti che si vanno a effettuare, perché nel momento in cui investe puoi essere sicuro che dopo anche l’investimento sia apprezzato da tutta la comunità e quindi lavorare di prevenzione anche sulla condivisione dei progetti è fondamentale.

Nel caso nostro, l’aeroporto di Bologna è un asset fondamentale per la città, ma per il Paese intero, perché gli aeroporti hanno una cosiddetta catchment area che va ben al di là della regione in cui si trovano e quindi ragionare in prospettiva su quello che stiamo realizzando come investimenti, facendoli in qualche modo combaciare con una richiesta di pulizia dal punto di vista ambientale è doveroso, la stessa norma ci regola in questo senso, quindi c’è una sensibilità che ci fa molto piacere esprimere anche in questi contesti.

Si parla proprio nel suo panel di mobilità del futuro e aeroporti sono fondamentali per costruire il futuro dell’Italia.

Assolutamente sì, perché è una domanda quella di spostarsi con gli aerei che è in crescita in tutto il mondo, anzi in Europa meno che nel resto del mondo, quindi sarà meglio che l’Europa in qualche modo si organizzi anche in questo senso proprio per crescere insieme al resto del mondo, è fondamentale e sono asset di per sé invasivi dal punto di vista sicuramente ambientale, ma in prospettiva il progresso fornirà macchine sempre più compatibili con le esigenze delle comunità e quindi contiamo su quello. Chiaro non ci si può fermare perché si perdono dei passi, ci sono Paesi che dal punto di vista della fiscalità e non solo sono molto più appetibili del nostro.

Quindi c’è una richiesta anche dal punto di vista istituzionale ad aiutare questa transizione verso il futuro?

Sì, per quanto gli aeroporti in Europa siano ancora considerati brown e non green, quindi non c’è PNRR per gli aeroporti, gli aeroporti lavorano su concessione statale e sono di fatto società, anche se partecipate dai pubblici, private e quindi lavorano come tutte le aziende normali, vanno a debito quando fanno gli investimenti, devono produrre utili e quindi di fatto si sostengono da sole. È importante che siano società ben gestite e che oltre a curarsi del territorio e dell’ambiente in cui si trovino, insomma, siano anche virtuose dal punto di vista della gestione.

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