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Elena Ugolini, Presidente del Gruppo Rete Civica: “Sui giovani dobbiamo investire tutto, a partire da scuola e imprese”

Elena Ugolini, Presidente del Gruppo Rete Civica e Consigliere Regionale Emilia-Romagna, già Sottosegretario all’Istruzione, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Il sistema Paese, i giovani e le generazioni future“, moderato dal giornalista Andrea Pancani.

I giovani in questo momento in Italia sono pochi, perché i giovani tra i 15 e i 25 anni sono il 20% della popolazione e noi dovremmo investire tutto su di loro perché, come ha fatto la Corea, che è un paese che aveva la stessa proporzione tra le generazioni che abbiamo noi in Italia, ha investito tutti sui giovani e adesso per esempio loro hanno il 70% di persone laureate e noi abbiamo solamente il 30% di giovani laureati e abbiamo una grande margine di miglioramento perché investire sui giovani vuol dire investire sui loro talenti, dagli strumenti per costruirsi un futuro.

Insegnare non vuol dire solamente sapere, ma vuol dire anche mettersi in relazione. Con l’intelligenza artificiale sarà più facile farsi insegnare la teoria quantistica da ChatGPT, però nessuno potrà mai sostituire un prof che ti guarda in faccia, che ti aiuta a capire, che ti fa fare l’esperienza di che cosa vuol dire costruire, creare, scrivere, parlare, argomentare. Noi dobbiamo puntare su questo.

E pensando anche al passo dopo, dopo che il ragazzo è formato, il tessuto imprenditoriale italiano è pronto ad accogliere giovani?

A livello europeo noi abbiamo fatto il Green Deal, dovremmo fare un Family Deal, perché è il contesto in cui è più facile far crescere il futuro e la famiglia. Ancora adesso i nostri giovani fanno fatica a fare famiglia, a mettere al mondo dei figli, anche se lo desidererebbero, perché tutte le indagini fanno vedere che i nostri giovani vorrebbero fare famiglia e vorrebbero mettere al mondo dei figli.

Cerchiamo di creare le condizioni con servizi adeguati, con una casa come possibilità concreta e non come chimera, e con la possibilità di una conciliazione vita-lavoro. Sono tre punti semplici su cui dovremmo costruire una nuova direttiva sul futuro.

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