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Ecco la via d’uscita sul Mes, ratificarlo senza usarlo | Lo scenario

Sulla ratifica della riforma del Mes, un auspicio: «Non ideologizziamo», dice Massimiliano Fedriga, presidente leghista della regione Friuli-Venezia Giulia, intervistato dal direttore Massimo Giannini sulla Stampa, in occasione dell’iniziativa del gruppo Gedi “L’Alfabeto del Futuro” a Lignano Sabbiadoro.

Il ministro leghista Giorgetti ha fatto recapitare alla Camera una lettera del suo capo di gabinetto in cui dice che la ratifica del Mes non comporta danni per l’Italia, anzi conviene. Il resto del governo mi pare non la pensi così. Qual è la sua valutazione? «Penso sia stato corretto trasmettere una comunicazione dal punto di vista tecnico dal governo alla commissione Bilancio. Adesso è il momento della valutazione politica, che sarà il Parlamento a fare. Ci saranno altri approfondimenti. Spero che la valutazione, in un senso o nell’altro, venga fatta scevra di connotazioni ideologiche. In Italia stiamo ideologizzando qualsiasi cosa, l’abbiamo fatto persino con la pandemia. Non possiamo considerare il merito, su basi oggettive? Io alcune scelte europee le ho condivise moltissimo, su altre sono dubbioso».

Qualche esempio? «Ho apprezzato molto la scelta europea compatta di avere una posizione chiara e netta sull’aggressione dell’Ucraina. Contesto invece quando ci danno delle regole bizzarre come il semaforo che vorrebbero mettere sui prodotti alimentari».

Mi sembra che se lei fosse a Palazzo Chigi, lo ratificherebbe domani il Mes. «No, le giuro, non ho le competenze per dirlo. Però è importante fare una distinzione: ratificare la riforma del Mes non significa utilizzare il Mes, non sono la stessa cosa». 

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