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Ecco cosa unisce le due crisi internazionali | L’analisi di Goffredo Buccini

Goffredo Buccini sul Corriere della Sera analizza cosa accomuna la crisi in Medio Oriente a quella ucraina: “Con urgenza sempre maggiore le democrazie e le libertà occidentali sono chiamate in questione da una «santa alleanza» di autocrazie e dittature.

Il principio d’ordine che aveva governato l’uscita dal secolo scorso col miraggio d’una globalizzazione munifica e pacificatrice appare dissolto nel caos.

I droni e i missili scagliati dall’Iran contro Israele l’altra notte potrebbero essere un tassello maggiore di quel «conflitto mondiale a pezzetti» già preconizzato da papa Francesco più di dieci anni fa.

Mai, nella storia recente – scrive Buccini – il Medio Oriente è stato così prossimo a una deflagrazione totale, anche se queste sono le ore della diplomazia, nel tentativo di evitare, o almeno di mitigare e rinviare, una risposta israeliana che potrebbe, nell’ipotesi più estrema, prendere di mira i siti nei quali Teheran sviluppa il suo pericolosissimo programma nucleare.

Il G7 presieduto dall’Italia dovrà subito individuare un sentiero stretto ma necessario: la vicinanza a Gerusalemme e il tentativo contestuale di rassicurarne i governanti moderandone la reazione.

Cosa accomuna, nel campo occidentale, lo scenario mediorientale e quello europeo?

L’assenza di politica.

A Gerusalemme un premier screditato, ostaggio della destra messianica, non è riuscito a immaginare un «dopo» con un credibile interlocutore palestinese per mostrare al mondo che su Gaza non è in corso una guerra di religione ma una battaglia tra una prima linea della democrazia e una prima linea delle autocrazie: lo scontro con Teheran è anche corollario di questa incapacità.

A Bruxelles e nelle nostre cancellerie si marcia verso le elezioni di giugno e verso il nostro «dopo» in ordine sparso: quasi non sapessimo che non ci si potranno permettere quattro o cinque mesi di paralizzanti trattative per individuare i nuovi presidenti della Commissione e del Consiglio mentre Putin tenta l’affondo finale su Kiev e magari il suo vecchio amico Trump torna alla Casa Bianca.

L’entropia è dietro l’angolo.

Per chi – conclude – ancora crede che la democrazia sia il peggiore dei sistemi possibili eccetto tutti gli altri, è il momento di svegliarsi”.

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