Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato”, “dire molti no e pochi sì per evitare che tutto sia travolto nella irresponsabilità”.
Mario Draghi un mese fa, alla vigilia della scelta sul Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, durante un evento dedicato a Beniamino Andreatta, aveva fatto sue le parole del politico e accademico italiano.
Lo aveva sottolineato proprio su queste pagine l’ideatore dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia, Giuseppe Caporale.
Solo la leadership di Mario Draghi – si evidenziava nell’intervento di Caporale – poteva avere la forza e la determinazione di portare avanti fino in fondo la decisione del green pass obbligatorio per i luoghi di lavoro.
E così è stato.
Il Green Pass Day è arrivato, e i pochi lavoratori che hanno manifestato dissenso lo hanno fatto rispettando le regole.
Il Paese, come riconoscono oggi tutti i massimi osservatori, non si è fermato.
Il porto di Trieste non si è fermato, il porto di Genova non si è bloccato, le manifestazioni non hanno tenuto in scacco l’Italia, gli uffici si sono organizzati con più efficienza del previsto
E da oggi, i vaccinati in Italia sono passati dall’80 all’85 per cento, grazie allo sprint degli ultimi giorni.
Manca davvero pochissimo alla soglia di massima tranquillità del 90 per cento.
“La pandemia – scrive oggi il direttore del Foglio Claudio Cerasa – è sul punto di diventare una endemia, si trova cioè a un passo dal diventare una malattia che circola ma che può essere prevenuta, controllata e guarita con i vaccini e le cure, e per alcuni paesi, grazie ai vaccini e grazie alle regole flessibili, l’uscita dal tunnel è meno distante rispetto a quanto si possa pensare”.
“I vaccini – scrive l’Economist – hanno offerto a circa un terzo dell’umanità una scorciatoia verso l’endemia. Circa 3,8 miliardi di persone hanno avuto almeno un’iniezione e 2,8 miliardi sono completamente vaccinati. Se accanto a questi numeri aggiungiamo coloro che sono sopravvissuti all’infezione, possiamo dire che oltre la metà della popolazione mondiale vanta oggi un certo grado di immunità al Covid”.
“La fine della pandemia è a un passo – sostiene Cerasa – E chissà che l’Italia, dopo essere stato il primo paese occidentale a entrare nell’incubo, non sia anche il primo paese a mostrare la strada d’uscita. Green pass per tutti, controlli efficaci, regole chiare e cittadini responsabili”.
Quattro giorni fa l’autorevole quotidiano tedesco, Die Welt, scriveva: “Il grande ritorno dell’Italia. Mario Draghi ha guidato con successo l’Italia fuori dalla pandemia e ha aiutato l’economia a riprendersi più di quanto sperato”.
E ieri il New York Times puntava l’attenzione proprio sull’obbligo di Green Pass per tutta la forza lavoro: “La posizione più audace” in Europa e “una delle linee più dure del mondo occidentale”.
Per poi concludere: “Ha alzato l’asticella per le democrazie occidentali che vogliono superare la pandemia”.
Nella consapevolezza che l’unico strumento per battere davvero la pandemia è il “vaccino”.
“Ieri il premier italiano ha evitato di sottolineare l’insuccesso dei No Vax e dei No Green Pass – sottolinea Claudio Tito nel suo editoriale dalle colonne di Repubbica – Palazzo Chigi punta a confermare il profilo di “forza tranquilla dell’Europa”. Soprattutto vuole dimostrare che non ha bisogno e non intende sfruttare l’affermazione come avrebbe fatto un presidente del consiglio espressione di un partito”.
“Il fatturato “politico” non rientra nel bilancio di questo esecutivo. Il saldo è semmai la “normalità europea” – ragiona Tito – Una normalità, sottolineata da un portavoce della Commissione in riferimento agli atti violenza registrati in Italia: «L’Ue condanna sempre l’uso della violenza, in ogni circostanza, specialmente nelle manifestazioni».
L’Italia e questo governo, poi, hanno una responsabilità in più. Per sanare le ferite che il virus ci ha inferto negli ultimi due anni, l’Ue ha stanziato quasi duecento miliardi di euro.
Il Recovery Fund è stato sostanzialmente approvato per salvare il nostro Paese. Per la prima volta è stato istituito un debito comune. Nessun italiano può permettersi di ignorarlo. Nessuno può dimenticare o far correre il rischio a tutti gli altri di ricadere nello stesso baratro”.
E che l’obbligo del green pass sia una mediazione per garantire libertà individuali in un quadro di sicurezza collettiva lo ha ben spiegato il professor Luigi Balestra, componente nazionale del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti e presidente dell’Osservatorio Riparte l’Italia nel suo documentato intervento.
Alla fine resta solo un interrogativo da ribadire: sarebbe stata in grado la classe politica italiana attuale nel suo complesso di assumersi la responsabilità di una decisione del genere senza la guida di una figura come Mario Draghi?
E’ questo il vuoto da colmare.








