Carlo De Romanis, Responsabile Turismo di Forza Italia, ha partecipato all’evento “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 28 maggio 2025 a Roma.
L’onorevole De Romanis ha partecipato al panel: “Nuove opportunità e prospettive nel settore turistico e occupazionale per il rilanco della Regione Lazio e della Capitale” moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Trovati.
E’ assolutamente importante, non soltanto guardare già al prossimo Giubileo, facendo un po’ di conti su quelli che sono stati i successi e gli insuccessi di questo Giubileo in atto, soprattutto perché il turismo è programmazione e quando la pubblica amministrazione, che sia il Comune, la Regione, il Governo, a tutti i livelli, fa delle azioni normative per il Giubileo, non li può fare pochi mesi prima dal Giubileo, come purtroppo è stato fatto in quest’ultimo attuale, senza puntare il dito.
Soprattutto le imprese che hanno bisogno di programmazione perché devono organizzare il turismo organizzato, quello anche soprattutto di studenti, anziani, il turismo delle squadre sportive, quel turismo va organizzato e quindi non si può programmare soltanto pochi mesi prima, abbiamo ben otto anni ed è il caso anche di organizzare i cantieri non a una rincorsa degli ultimi sei mesi, ma già da prima, quindi creare anche una cultura di progettualità sui fondi, fondi strutturali, perché dubito avremo l’occasione che c’è stata in questo Giubileo dei fondi del PNRR, del programma Caput mundi, ma ci saranno comunque i fondi strutturali dell’Unione Europea, quindi tramite la Regione Lazio, dei fondi extra governativi che potranno dare delle opportunità di qualificazione di aree importanti per soprattutto combattere l’affluenza turistica sempre nei soliti luoghi.
Sarà importante la lotta all’over-turismo, non deve essere una lotta contro il turista perché il turismo è risorsa, deve essere una gestione, delocalizzare, destagionalizzare, questi sono gli obiettivi in breve che possiamo perseguire solamente con buona programmazione, delle normative fatte in maniera più possibile snella e deregolamentata.
Il turismo per essere delocalizzato ha bisogno di promozione delle aree interne, dei borghi, puntare sulla promozione anche dell’enogastronomia, ad esempio uno dei progetti, dei programmi importanti che va in questa direzione è quello del turismo delle radici, incentivare i discendenti italiani, abbiamo 60 milioni di discendenti italiani nel mondo a visitare il paese di origine della propria famiglia, quindi non soltanto andare a visitare i centri storici delle città d’arte, Roma, Venezia e Firenze, ma anche andare a visitare il piccolo borgo in una delle tante bellissime realtà delle regioni italiane dove vanno a riscoprire le radici della propria famiglia.
Tramite questo programma stiamo cercando di valorizzare, di promuovere quelle realtà di paese che devono assolutamente essere riscoperte, soprattutto perché questo aiuta nel far mantenere il turista più a lungo in Italia, non solo un mordifugine delle città d’arte, ma la permanenza un po’ più lunga per visitare le bellezze delle altre province del Lazio e non solo.
In questa ottica il rapporto tra pubblico e privato è fondamentale. Ci sono delle esperienze positive nel partenariato tra pubblico e privato come le DMO, ma ci sono soprattutto delle importanti azioni che il pubblico può fare guardando al privato, non soltanto nella gestione degli investimenti, quindi ad esempio la tassa di soggiorno che viene incassata dai comuni potrebbe essere utilizzata assieme ai privati nel settore del turismo, quantomeno consultando chi lavora nel turismo, quindi le federazioni di categoria, le principali federazioni di categoria locali, come spendere, come investire gli introiti che arrivano dal turismo.
Quindi un equilibrio anche di rapporti tra pubblico e privato è importante perché ne dà beneficio a tutta la comunità, perché d’altronde l’indotto che arriva dal turismo non è soltanto per gli operatori del turismo, ma è per tutta la comunità, quantomeno l’indotto in diretto, stiamo parlando a Roma del 16% del PIL, pertanto sopra la media europea la comunità ha comunque un grande fauno, sforzo nel accogliere i turisti anche con tutti i disagi che a volte in altra stagione questo comporta, ma quantomeno questo poi ha una ricaduta su tutto il tessuto economico della città e del paese.