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Von der Leyen ne esce indebolita, ma ha evitato un’Europa divisa e senza voce | L’analisi di Francesca Sforza

“Per una guerra commerciale evitata a livello globale, un’altra, stavolta politica, è appena scoppiata al centro dell’Europa.

E la protagonista è sempre lei, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che dopo l’accordo sui dazi siglato con l’amministrazione Trump, si è ritrovata bersaglio di critiche provenienti da ogni direzione”.

Così Francesca Sforza su La Stampa parlando di “figuraccia calcolata”:

“Ora, che la presidente von der Leyen non sia esattamente in stato di grazia – politicamente parlando – è un’evidenza che non si può sottovalutare: lo dimostra la scarsa incidenza della voce europea rispetto alla crisi israelo-palestinese, la debolezza e l’impotenza sul Green Deal, la secca che si è creata in tema di riforme e competitività (che fine ha fatto il dossier Draghi?), e una serie di cedimenti ai partiti di destra sui temi dell’immigrazione che lasciano davvero un po’ sorpresi dal momento che costoro non l’hanno neanche votata.

Se letto in questa sequenza – osserva l’editorialista – l’accordo sui dazi con gli Stati Uniti appare davvero come un de profundis che non lascia scampo, l’ultimo di una serie di gesti sbagliati, e anzi, guardando la foto ufficiale che ritrae i negoziatori con i pollici alzati, forse il più sbagliato di tutti.

Prima di procedere all’interramento politico di von der Leyen tuttavia, è interessante notare come la stampa americana – quella liberal e democrat, che ha ormai una certa confidenza con la dialettica trumpiana – ci consegni invece dei punti di vista lievemente differenti dal coro dei soliti contriti.

‘Survive and advance’, definisce il New York Times la strategia della presidente Ue, sopravvivi e vai avanti.

In un contesto in cui ogni giorno porta con sé nuove regole del gioco – è questo il mondo e il modo a cui Trump ci sta abituando – non c’è strategia più funzionale di questa.

Se nella tradizione dei negoziati commerciali è buona norma che le date, le cifre e le modalità attuative siano ben definite (altrimenti che accordo commerciale sarebbe?), nella prospettiva dell’attuale amministrazione americana più buchi e punti oscuri ci sono, più facile sarà mostrarsi flessibili e cambiare le carte in tavola.

Malgrado le molte debolezze, Ursula von der Leyen ha rassicurato le imprese europee e creato un buon clima con gli americani.

E ha evitato – conclude – che circolasse un’immagine dell’Europa divisa e fragilizzata”.

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