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Una struttura sanitaria italiana su 2 è senza difese adeguate contro le minacce informatiche | L’analisi

cyberwarfare-2025

Il report «Warfare Without Borders: AI’s Role in the New Age of Cyberwarfare» di Armis fotografa un settore sempre più sotto pressione: attacchi cyber più evoluti colpiscono ospedali e cliniche, l’IA tra le minacce principali.

In un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e da un uso sempre più estensivo dell’intelligenza artificiale, anche per finalità illecite, il sistema sanitario italiano si sta rivelando sempre più vulnerabile agli attacchi dei cybercriminali. A confermare questa minaccia è il terzo rapporto annuale globale sulla cyberwarfare di Armis.

SANITÀ SOTTO PRESSIONE, ANCHE IN ITALIA

Secondo la ricerca, il settore medico, sanitario e farmaceutico è a oggi uno dei più colpiti al mondo dagli attacchi informatici, anche a causa dell’impiego di strumenti sempre più sofisticati basati sull’intelligenza artificiale. Anche in Italia l’allerta è alta: l’81% delle aziende sanitarie intervistate ha subito da 1 a 2 violazioni informatiche, segno di una debolezza sistemica che richiede risposte urgenti.

L’IA PERCEPITA COME MINACCIA CONCRETA

Il 75% dei professionisti IT del settore sanitario, a livello globale, considera l’intelligenza artificiale una minaccia significativa per la sicurezza delle infrastrutture critiche. In Italia, questa percezione è condivisa da quasi 7 strutture sanitarie su 10, mentre l’81% dei decisori IT teme l’impatto di un eventuale conflitto informatico sulla propria organizzazione. Più di un terzo di essi (38%) si dice fortemente preoccupato.

Il problema non è solo la consapevolezza del rischio, ma anche la mancanza di risorse e capacità di reazione: una struttura sanitaria italiana su due ammette di non disporre del budget necessario per implementare sistemi di difesa avanzati. Spesso, infatti, si reagisce troppo tardi: il 56% riesce a rilevare un attacco solo quando è già in corso.

VERSO UN NUOVO APPROCCIO ALLA SICUREZZA

Il settore sanitario è oggi in prima linea in uno scenario di cyberwarfare sempre più complesso, alimentato da tensioni internazionali e dall’uso dell’intelligenza artificiale per sferrare attacchi sofisticati e ad alto impatto. Servono strumenti proattivi, intelligenti e capaci di proteggere infrastrutture critiche per il bene di tutto il sistema e per i pazienti.

Guardando al futuro, i professionisti del settore in Italia chiedono strumenti più evoluti: il 57% vorrebbe soluzioni di intelligence più avanzate, il 50% strumenti di threat hunting basati su IA, e il 44% sistemi efficaci contro il phishing.

La sanità italiana si trova ad affrontare una delle sfide più complesse degli ultimi anni, aggravata dall’evoluzione tecnologica e dal contesto geopolitico. Per questo, rafforzare le misure di protezione nel settore sanitario non è più un’opzione, ma una priorità strategica su cui investire.

Adottare soluzioni proattive, intelligenti e capaci di anticipare le minacce significa non solo proteggere le infrastrutture più sensibili, ma anche rafforzare l’intero sistema sanitario. Gli strumenti giusti possono garantire un futuro più sicuro, resiliente e sostenibile.

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