La lobby endotermica (che è un sottoinsieme dei produttori europei di auto) ha fatto breccia nel Green Deal grazie alla pressione dei governi, con Merz e Meloni in prima fila, i cui partiti guida sono tra i grandi elettori di Von der Leyen.
“La Commissione europea si avvia a rivedere entro dicembre, in anticipo rispetto ai programmi, il regolamento che condurrebbe a vietare nel 2035 la vendita delle auto a motore termico, col fine di arrivare poi nel 2050 a un parco di veicoli in circolazione non inquinanti in coerenza con il target generale di emissioni zero in quell’anno”.
Non è ancora chiaro cosa avverrà della scadenza del 2035, al cui rinvio si oppongono Macron e Sanchez, ma quel che va emergendo è che si andrà verso la cosiddetta neutralità tecnologica, richiesta a gran voce da Italiani e Tedeschi: gli auto-makers potranno continuare a immatricolare, in aggiunta o in alternativa alle auto elettriche, veicoli endotermici alimentati da carburanti a basse/zero emissioni, ossia e-fuels (voluti dalla Germania) e bio-fuels (sponsorizzati dall’Italia).
Occorre ricordare che quello dell’auto è l’unico settore che non ha ridotto le emissioni, con danni per tutti. “È in crisi non a causa della legislazione green, ma per la perdita a partire dai primi anni 2000 della leadership tecnologica rispetto ai produttori di veicoli elettrici di Cina e Corea, oltre che di Tesla, a seguito di scelte volte a estrarre rendite fino all’ultimo euro dagli investimenti effettuati nel motore a combustione”.
Ora gli si offre un allungamento del percorso di smaltimento, cercando (si spera) di non contraddire troppo i target green. Nella migliore delle ipotesi si tratta di un annacquamento (l’ennesimo) suscettibile, però, di procurare danni.
Il punto finale, anche per l’auto europea, non può che essere la tecnologia elettrica, già massicciamente presente nei mercati asiatici, gli unici in forte espansione. Gli effetti di queste decisioni potranno essere deleteri: per l’innovazione del settore, che perde uno stimolo a colmare i ritardi competitivi (si venderanno auto e-fuel e bio-fuel in Cina?); per i consumatori, che dovranno pagare prezzi maggiori per veicoli meno efficienti di quelli elettrici; per l’ambiente, che subirà l’impatto di tecnologie più inquinanti e più distorsive nell’uso di risorse naturali.








