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I trumpiani italiani non ridono più | L’analisi di Claudio Cerasa

Sarà certamente un caso, è ovvio, commenta sul Foglio Claudio Cerasa, ma da qualche tempo a questa parte la galassia allegra formata dall’armata Brancaleone dei trumpiani italiani ha smesso di utilizzare la foto del presidente americano come un santino, come un protettore, e ha iniziato a utilizzarla con più prudenza, con più imbarazzo.

L’ascesa del trumpismo, e l’onda lunga delle sue minacce all’Europa, e dunque all’Italia, ha messo Meloni in una situazione difficile, all’interno della quale ogni giorno la premier italiana non solo maledice il giorno in cui Donald Trump ha vinto contro Kamala Harris ma ogni giorno è lì a trovare un modo per leccarsi le ferite, e contare tutti i graffi generati dalle zampate dell’amico ’mmericano. E le zampate, e le ferite, sono molte.

Trump, in fondo, si dirà, cosa ha fatto di male a Meloni? Tanto. L’ha costretta a dover trovare un modo per confermare ogni giorno il suo europeismo, la sua scelta anti sovranista, che prima di Trump era un elemento acquisito e che dall’arrivo di Trump in poi è divenuto un passaggio più difficile da conquistare (citofonare per esempio a Emmanuel Macron, che Meloni ha incontrato ieri).

L’ha costretta a dover fare i conti con una minaccia economica che un paese a crescita bassa si sarebbe volentieri voluto evitare, parliamo dei dazi, e i dazi sono diventati a loro volta un elemento divisivo all’interno della coalizione, e hanno avuto l’effetto di mostrare e acuire le distanze presenti nella compagine di governo (chiedere ad Antonio Tajani).

L’ha costretta a dover mettere da parte nel bilancio delle prossime leggi di stabilità una quota di spese militari che Meloni si sarebbe volentieri evitata, e per quanto fosse doveroso aumentare le spese per la Difesa probabilmente la premier italiana avrebbe avuto idee diverse per spendere quei diciotto miliardi di euro in più che l’amico americano ha costretto a stanziare ogni anno al governo italiano per non essere in difetto con gli altri partner europei (chiedere a Giancarlo Giorgetti).

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