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Trump vuole staccare la Russia dalla Cina ma l’Europa deve muoversi | L’analisi di Maurizio Molinari

“La scelta del presidente americano Donald Trump di allontanarsi da Kiev e avvicinarsi a Mosca per porre fine in fretta al conflitto in Ucraina nasce dalla volontà di staccare la Russia dalla Cina ma genera una scossa geopolitica globale che obbliga l’Unione europea a diventare «una sola nazione», anche sulla sicurezza”.

“Posto davanti alla sfida di Mosca e Pechino di ridisegnare l’ordine di sicurezza internazionale uscito dalla Guerra fredda, Trump, anziché difenderlo come faceva il predecessore Joe Biden, rilancia guardando a un mondo diviso fra sfere di influenza di Usa, Russia e Cina, con Putin più legato a lui grazie ad accordi economici di nuova generazione — come quello sulle terre rare annunciato ieri — e Xi Jinping nel ruolo di grande rivale assediato.

È un disegno strategico rivoluzionario, da imporre a colpi di decisioni brutali, che comporta un drammatico cambiamento dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa perché Ue e Gran Bretagna non sono più nei panni di alleati che godono della totale protezione di Washington ma diventano partner che devono dimostrare la volontà di assumersi oneri e responsabilità in misura assai superiore a quanto avvenuto dal 1945.

Ciò significa – sottolinea Molinari – che l’Europa deve decidere quale ruolo avere rispetto a un pianeta diviso fra Usa, Russia e Cina. Può certamente negare l’evidenza, guardarsi all’indietro e immaginare che il passato magicamente tornerà ma ciò comporta gravi rischi perché quando la Storia accelera diventa feroce.

L’altra opzione è raccogliere la sfida inattesa e puntare a far leva sulla forza dell’Europa per affrontare da protagonisti i nuovi scenari.

È un percorso certo difficile per più aspetti: le lacerazioni politiche nei singoli Paesi Ue, l’assenza di norme economiche europee per favorire i privati che vogliono investire nella difesa, la resistenza di un’opinione pubblica molto condizionata dall’opposizione aprioristica agli armamenti.

Ma come è già avvenuto in passato l’Europa può e deve trovare la capacità di crescere in tempo di crisi: armonizzando le differenze, superando gli ostacoli grazie alla volontà di rafforzarsi senza mai negare le proprie radici popolari, socialiste e liberali, accomunate – conclude – dalla volontà di difendere le democrazie da ogni tipo di intolleranza e totalitarismo.”

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