“I toni muscolari vanno esibiti alla fine, non adesso. La strategia di Trump è chiara, ma non bisogna reagire in modo sguaiato o non ponderato. Anzi, mai come adesso serve muoversi con molta tattica e capacità negoziale. Questo se si vuole raggiungere l’obiettivo primario, cioè un accordo che contemperi le esigenze di tutti. Poi è chiaro che se non si arriva a questo obiettivo, ci saranno conseguenze”.
Lo dice, a Repubblica, il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti.
“Però — aggiunge — non c’è la necessità di battere i pugni sul tavolo, le contromisure sono già state studiate e sono forti. Non vedo la necessità di continuare a reclamarle. Adesso concentriamoci sull’accordo, perché con una guerra commerciale ci facciamo male tutti”.
Quanto all’obiettivo auspicato del 10% per le tariffe, il ministro è chiaro: “Non parlo di numeri, in questa fase si rischiano solo brutte figure. Credo però che la lettera di Trump, diciamo di natura informativa, nella parte finale lasci trasparire la disponibilità a una trattativa. Ora non dobbiamo farci tirare nello stagno da chi pensa di partire con una guerra commerciale, perché sarebbe veramente molto difficile poi rimettere a posto i cocci”.
Per cui, conclude, “essendo un negoziato commerciale, è giusto che la trattativa abbia aspetti tecnici, ma va colto il dato politico. L’aspetto centrale è uno: va preservata l’unità dell’Occidente”.








