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Sulle case green gli incentivi sono necessari | L’intervento di Luca Guffanti, ad di Ginvest e già presidente di Ance Lombardia

È ormai avviato l’iter di approvazione delle norme relative alle cosiddette case green, che per le nuove costruzioni prevede un impatto ambientale zero, in modo da garantire un significativo contributo al processo di decarbonizzazione.

Alcune misure dovranno essere adottate già quest’anno, come la dotazione di sistemi di automazione e controllo per impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione con una potenza nominale utile superiore a 290 kW per gli edifici non residenziali.

Si parla, poi, del fatto che non verranno più erogate, entro il 2025, agevolazioni fiscali per le caldaie alimentate solo da combustibili fossili.

Questi sarebbero passaggi preliminari, per poi arrivare a normative più mirate e decise negli anni seguenti.

È chiaro che si tratta di una regolamentazione che avrà conseguenze inevitabili sui costi di realizzazione delle nuove costruzioni.

Nessun dubbio che lo scopo finale sia più che condivisibile: la riduzione delle emissioni di CO2 è necessaria e le case green a lungo andare non significano solo impatto zero sull’ambiente, ma anche costi di bollette e mantenimento praticamente irrisori.

Per quanto concerne le abitazioni esistenti, bisognerà provvedere a un graduale miglioramento delle performance energetiche.

Va però detto che non si possono ignorare le peculiarità del patrimonio edilizio italiano, caratterizzato, tra l’altro, da centri storici e gioielli architettonici molto difficili da efficientare adeguandoli ai nuovi parametri.

Bisognerà fare in modo di trovare una quadra tra i benefici di una struttura a impatto zero e i costi che dovranno essere sostenuti per costruirne, oltre a efficientare gli edifici esistenti.

Del resto, lo scarto economico tra una classe A4, già comunque ottima, e una cosiddetta casa green, una Nearly zero emission building, è alto, e purtroppo non lo è altrettanto la differenza delle prestazioni.

Bisogna incentivare certo la riqualificazione degli edifici, ma non a discapito dei costruttori che si occupano di realizzare nuovi edifici sul modello green.

In generale, sia per adeguare il patrimonio esistente, sia per le nuove case a impatto zero sarà necessario prevedere dei meccanismi di incentivazione, anche tramite il cosiddetto sconto in fattura, come previsto dalla normativa europea.

A ogni modo, i 38 articoli della direttiva si profilano come una sfida impegnativa da affrontare per tutti gli addetti ai lavori, seppur necessaria.

Per noi di Ginvest, che siamo attivi soprattutto in Lombardia tra Milano e la provincia di Como, fino al confine con la Svizzera, la sensibilità della domanda alle prestazioni energetiche degli edifici è già una realtà da diversi anni.

Non mancano, fortunatamente, richieste di nuove abitazioni, e la presenza di lavoratori transfrontalieri mitiga i problemi di budget degli acquirenti.

Sia famiglie con bambini, che alla frenesia di Milano preferiscono il più tranquillo hinterland, sia molti che lavorano a Milano, i quali prediligono il pendolarismo pur di mettere radici in una zona più a misura d’uomo, più verde e al riparo dai prezzi vertiginosi del centro città.

Operiamo in un territorio che ha i prerequisiti per rispondere a queste novità normative nel migliore dei modi, cogliendo l’opportunità anche di un plausibile riduzione dei tassi d’interesse, che intorno a giugno dovrebbe iniziare a concretizzarsi.

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