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Strage infinita: nel 2024 un femminicidio ogni 3 giorni. Oltre il 93% delle vittime italiane è uccisa da italiani | L’indagine di Istat

È una lunga scia di sangue quella che percorre le rilevazioni dell’Istat con FOCUS sulle donne morte ammazzate nei casi di femminicidio, spesso con segni di grande accanimento sui loro corpi, e il rischio di finire vittima della violenza di genere cresce specie nella fascia delle donne anziane.

I dati riferiti al 2024 mettono in evidenza che il 91,4% delle uccisioni di donne sono riconducibili a omicidi di genere. A perdere la vita nei femminicidi sono state 106 vittime nel 2024, su un totale di 116 morte ammazzate, e a uccidere le donne italiane sono uomini italiani che rientrano nella cerchia delle loro più strette relazioni. Più esposte, al rischio di essere uccise, sono le donne anziane nella fascia di età tra i 75 e gli 85 anni.

L’incidenza dei femminicidi sul totale delle donne uccise oscilla dall’82,1% del 2023 al 91,4% del 2024, valore analogo a quello del 2020. Nel 2019 i femminicidi stimati erano 101 su 111 vittime donne, nel 2020 erano 106 su 116, nel 2021 erano 104 su 119, nel 2022 sono stati 105 su 126 femminicidi e, nel 2023, 96 su 117.

Da segnalare che nel marzo 2022, a livello internazionale Onu, è cambiata la ‘misurazione’ nel valutare l’uccisione delle donne e l’Italia ha aderito e adottato lo ‘Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls‘ (anche riferito come ‘femicide/feminicide’). In questo ambito vengono definiti omicidi di genere, comunemente detti femminicidi, quelli che riguardano l’uccisione di una donna in quanto donna.

In particolare, nel 2024, si stimano 106 femminicidi su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; 7 casi, di cui 3 donne uccise da un amico o conoscente e 4 da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.

L’accanimento sul corpo della vittima (ad es. strangolamento, soffocamento, coltellate, percosse ecc.) riguarda 61 donne vittime di femminicidio dove l’autore del reato è da ricercare all’interno della coppia o della parentela (54,5%), e la totalità dei casi in cui il femminicidio è avvenuto da parte di altri autori (7 casi).

Il 93,4% delle donne italiane è vittima di italiani, il 48% delle donne straniere viene uccisa da propri connazionali, quindi le donne straniere sono vittima anche degli italiani oltre che dei loro connazionali.

Sono 62 le donne uccise da un partner o un ex partner, quasi tutti (61) sono uomini. Per le donne, il rischio di restare vittima di omicidio (0,38 per 100mila donne) raggiunge il suo picco tra le persone molto anziane (0,81 omicidi ogni 100mila donne tra i 75 e gli 84 anni), soprattutto per mano di partner o familiari.

Questi ultimi motivano l’omicidio spesso con la ‘spiegazione’ di voler mettere fine alla sofferenza della donna, oppure presentano segnali di squilibrio psicologico. Nel caso delle donne over 55 questa situazione riguarda più della metà dei casi di omicidio (52,6%).

Il contesto in cui avvengono gli omicidi di donne è prevalentemente quello familiare/affettivo (86,2% circa) senza differenze significative per età.

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