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“Dalla violenza alla rinascita: ecco i percorsi contro la violenza di genere” | L’intervento di Stefano Laporta, presidente ISPRA

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La giornata di oggi non può e non deve ridursi ad un rito, a parole di circostanza, sia pure sentite, che, però, non lasciano segni tangibili nella nostra quotidianità.

Mi ha colpito qualche tempo fa una frase di Ban Ki-moon, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite: “La violenza contro le donne e le ragazze è una questione di diritti umani, ma è anche un fallimento collettivo di tutti noi.”.

Fallimento della società, delle istituzioni, delle relazioni, che mina le fondamenta della convivenza civile erende urgente e imprescindibile un’assunzione di responsabilità, innanzitutto individuale.

Per affrontare la violenza di genere nella sua complessità, è indispensabile intervenire sulle sue manifestazioni più evidenti e drammatiche, dallo stalking alle violenze fisiche, economiche, psicologiche, fino alla più irreversibile delle violenze. E’ però altrettanto importante lavorare per disinnescare le dinamiche di potere, i pregiudizi e i silenzi complici che spesso li alimentano. Prevenire la violenza significa non solo applicare le leggi, ma anche lavorare per trasformare il contesto in cui nascono e si perpetuano comportamenti abusivi.

Non basta limitarci, oggi come in altri contesti, ad enunciati formali: la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne non è soltanto un’occasione per denunciare con fermezza questa realtà, ma anche per rivendicare con consapevolezza la volontà di immaginare e di costruire percorsi diversi, di trasformazione e superamento. È il momento per ricordarci che, di fronte a una realtà così immensamente assurda, indignarsi non basta, non basta più: è necessario agire con determinazione per diventare, insieme, promotori di un cambiamento reale e tangibile.

È essenziale che il nostro impegno si traduca in azioni concrete, capaci di creare spazi sicuri, opportunità paritarie e ambienti in cui ogni persona possa sentirsi rispettata e tutelata. Dobbiamo agire per costruire un sistema in cui il rispetto e l’inclusività siano i pilastri del vivere quotidiano. Il cambiamento culturale, che è l’unico antidoto efficace e duraturo alla violenza di genere, deve essere al centro delle nostre azioni. Promuovere il rispetto, l’uguaglianza e la dignità non può essere solo un “dovere” istituzionale, ma un impegno morale che guida le nostre azioni. Indirizzare sempre tutti i luoghi di lavoro e le nostre famiglie verso una cultura che non solo rifiuti ogni forma di violenza o discriminazione, ma che coltivi il rispetto reciproco e il valore della diversità, è un percorso che non si può delegare, una sfida e un impegno quotidiano che richiede ascolto, coerenza e una visione condivisa.

La violenza contro le donne non è solo una immane tragedia individuale, ma una ferita collettiva che ci riguarda tutti. Non possiamo più voltarci dall’altra parte, non possiamo più tollerare il silenzio o l’indifferenza. Ognuno di noi ha il dovere di essere parte della soluzione, di costruire un mondo dove il rispetto e la dignità siano i pilastri di ogni relazione umana. Perché combattere la violenza contro le donne significa difendere la giustizia, proteggere l’umanità e garantire un futuro migliore per tutti. Il cambiamento inizia da noi, oggi, ora, e se la violenza è un gesto che annienta, la rinascita è un atto di speranza e di forza, è l’atto di affermazione più potente.

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