“In un mondo spinto verso il caos da potenze aggressive e da eserciti terroristi, Stati Uniti ed Europa sono da mesi e mesi in ritardo.
Indietro rispetto alle richieste di armi decisive che arrivano da Kiev e indietro rispetto alle strategie di difesa di Gerusalemme”.
Ne parla Danilo Taino sul Corriere della Sera: “Hanno lasciato che i modi e i tempi dei conflitti voluti da Putin e dalla galassia dei filoiraniani del Medio Oriente – scrive l’editorialista – fossero dettati da Mosca e da Teheran.
Le azioni delle settimane scorse condotte da Israele contro Hezbollah stanno però cambiando il quadro e svelano la debolezza pericolosa delle posizioni considerate prudenti a Washington, a Bruxelles e in buona parte delle capitali della Ue: dicono che la deterrenza — cioè le azioni tese a impedire le aggressioni e l’escalation dei conflitti — non può essere lasciata solo alla diplomazia.
Lo stesso racconta l’intera guerra in Ucraina.
Ciò nonostante, Stati Uniti ed Europa continuano a non fornire a Kiev i mezzi per respingere con più efficacia l’aggressione, inviano solo quelli che consentono agli ucraini (ma per quanto tempo ancora?) di non crollare.
E continuano a chiedere a Israele compromessi con forze che hanno l’obiettivo dichiarato di distruggere lo Stato ebraico e di compromessi non ne faranno se non costretti.
Forse perché – aggiunge – l’invasione voluta da Putin è stata l’inizio di un conflitto nuovo, la reazione dell’Occidente all’attacco all’Ucraina c’è stata.
Lo stesso ha fatto Washington.
In misura sempre trattenuta, però: con forniture circoscritte di armi e con tempi di consegna troppo dilatati rispetto alle esigenze della difesa ucraina.
Ora, Israele continua la sua operazione senza tregua contro Teheran e i suoi prolungamenti armati —gli Houthi oltre che Hamas e Hezbollah—e rifiuta di sottostare alle ipocrisie di quella che Netanyahu ha definito «palude antisemita» all’Onu.
E non segue gli inviti a irrealizzabili compromessi avanzati da Stati Uniti ed Europa, convinta che questi siano in realtà una strada pericolosa, un punto debole di cedimento che gli avversari dell’Occidente e delle democrazie sanno sfruttare.
La piccola Israele e l’ormai fragile Ucraina mostrano al mondo che il «Quartetto del caos» (copyright Economist), del quale Iran e seguaci sono parte in azione (assieme all’aggressiva Russia, alla provocatrice Corea del Nord e all’egemonica Cina), non si placa con concessioni.
Queste, anzi, gli danno vigore: va tolta loro l’iniziativa”.








