Solo il 41% delle famiglie italiane riesce a risparmiare: un anno fa era il 46%, ed è un dato – il più basso dal 2018 – che preoccupa, in un paese in cui il risparmio “è una leva fondamentale dell’economia” cui “la Costituzione riconosce un alto valore civico”, come ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La tradizionale ricerca Acri-Ipsos, presentata in occasione della 101sima giornata mondiale del Risparmio, segnala un clima economico peggiorato in cui c’è una contrazione dei consumi sia dei beni voluttuari che essenziali, in cui la propensione psicologica a mettere soldi da parte si rafforza e cresce l’ansia di chi non ci riesce, anche perché tre italiani su 4 possono affrontare una spesa imprevista di mille euro, ma solo il 36% delle famiglie potrebbe assorbire senza problemi una spesa di 10mila euro.
“Lo sviluppo economico è la condizione essenziale per rafforzare la fiducia e valorizzare il risparmio degli italiani”, ricorda il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, secondo cui bisogna “proseguire con determinazione” nella strada di risanamento dei conti pubblici senza però mancare di concentrarsi sulla crescita.
Di manovra non si parla apertamente, sia il presidente Abi, Antonio Patuelli che quello dell’Acri, Giovanni Azzone, glissano la domanda dicendo di non voler commentare fino alla lettura del testo definitivo, ma il tema resta.
E se Panetta promuove i conti pubblici italiani e l’impostazione del governo, “è essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell’economia oltre quell’1% stentato su cui sembriamo esserci assestati – esorta – preparando fin d’ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Pnrr”.
Un ruolo fondamentale, certo, lo hanno le banche, perché “il credito non è solo una variabile finanziaria: è la linfa che alimenta investimenti, innovazione e occupazione”.
E se “il sistema bancario italiano è nell’insieme solido” anche se “non privo di rischi”, è importante che le banche utilizzino le risorse generate in questa fase favorevole per rafforzare la capacità di affrontare scenari sfavorevoli, continuare a investire in tecnologia e sicurezza informatica e, soprattutto, sostenere la crescita dell’economia.
Parole, queste ultime, a cui si aggancia facilmente il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – inusualmente in collegamento, impegnato in un appuntamento a Trento – che può ricordare come nel nostro Paese “larga parte del risparmio è canalizzato attraverso il sistema bancario che è oggi nelle migliori condizioni per sostenere l’economia”.
Per il titolare del Mef “si fatica a comprendere come l’andamento del credito rimanga debole, soprattutto nella componente a lungo termine – che dovrebbe sostenere l’attività di investimento – e sia ancora in diminuzione verso le imprese più piccole. Mi aspetto tuttavia un più forte dinamismo dal lato dell’offerta e, in particolare, una maggiore capacità delle banche di interpretare il ruolo di catalizzatore delle iniziative imprenditoriali meritevoli, che certo non mancano”, ha aggiunto.








