Il presidente del CNEL Renato Brunetta è stato sentito in audizione presso le Commissioni riunite bilancio della Camera dei Deputati e del Senato sul Piano Strutturale di Bilancio in merito al Piano strutturale di Bilancio (PSB).
“Le vecchie regole del Patto di stabilità erano drastiche nella loro formulazione ma inapplicabili nella sostanza. Quelle nuove sono meno vessatorie ma più realistiche. Presentano anche una maggiore aderenza alla situazione reale di ciascun Paese, che consentirà una verifica effettiva sia degli impegni che ogni Stato intenderà prendere, sia dei risultati conseguiti, grazie a un monitoraggio continuo, come già sperimentato con il PNRR. Le nuove regole, quindi, chiedono maggiore trasparenza. Al tempo stesso, chiedono una più ampia partecipazione sociale, con il richiamo esplicito al coinvolgimento dei corpi intermedi come elemento costitutivo dell’intero processo. Di qui il rinnovato ruolo del CNEL, in qualità di organo di rilievo costituzionale preposto alla rappresentanza istituzionale delle forze sociali”. È quanto ha dichiarato il presidente del CNEL Renato Brunetta nell’Audizione presso le Commissioni riunite bilancio della Camera dei Deputati e del Senato sul Piano Strutturale di Bilancio.
IL DIALOGO SOCIALE VA ISTITUZIONALIZZATO
“Il CNEL sottolinea l’importanza di un dialogo effettivo e continuo tra il governo e le parti sociali. È essenziale istituzionalizzare questo dialogo, garantendo spazi e tempi adeguati a una partecipazione sostanziale, non solo formale. Il CNEL si impegna a seguire attentamente il nuovo percorso di bilancio, anche nell’ottica di favorire il dialogo economico nel contesto del semestre europeo, assicurando occasioni di confronto costruttivo e proponendo modifiche al proprio Regolamento per massimizzare il coinvolgimento delle parti sociali, rafforzando così il suo ruolo nel confronto economico-sociale nazionale ed europeo. Un impegno che potrà concretizzarsi anche nell’esercizio delle prerogative conferite al CNEL dall’articolo 99 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa”.
PSB ARTICOLATO SU 7 ANNI SCELTA RESPONSABILE
“Il Piano Strutturale di Bilancio si muove in un contesto geopolitico che non ha precedenti nella storia di questi ultimi anni, segnato da guerre e conflitti, dalle grandi trasformazioni sul piano ambientale e dell’innovazione tecnologica, dall’esaurirsi del lungo ciclo della globalizzazione. Alla luce di questo contesto, il Governo ha sfruttato la possibilità di sviluppare il Piano su un arco temporale di 7 anni. È una scelta responsabile, rispettosa degli assetti politico-istituzionali”.
BISOGNA REALIZZARE RIFORME A FAVORE DELLA CRESCITA
“Il prezzo pagato per accelerare il risanamento non è di poco conto. La spesa primaria netta avrà come limite un incremento medio dell’1,45% nel periodo 2025/2026 e nei successivi tre quel limite sarà pari in media all’1,7% all’anno. Il vincolo delle regole europee ha fortemente condizionato l’elaborazione del PSB. Fa, infatti, una certa impressione osservare le variazioni del PIL nel passaggio dal quadro tendenziale a quello programmatico. Nel periodo 2025/2029 il differenziale di crescita sarà soltanto pari ad un complessivo 0,3 per cento. A dimostrazione di quanto sia impegnativa l’azione di risanamento finanziario. Esiste, in altre parole, un trade-off tra risanamento finanziario e crescita economica al quale la politica dovrà far fronte, mobilitando tutte le risorse possibili, realizzando quelle riforme a favore della crescita (pro-growth) che ne sono il giusto viatico, tenendo conto della condizione sociale complessiva del Paese”.
SERVONO INTERVENTI PER STIMOLARE SPESA PRIVATA
“Nel 2026 cesserà l’effetto positivo del PNRR e pertanto quel vuoto, in termini di investimenti, non potrà che essere colmato da una forte riqualificazione della spesa pubblica, maggiori risorse europee e un rafforzamento degli strumenti di partenariato pubblico/privato. Occorre pianificare riforme che siano in grado di assolvere al ruolo di catalizzatore della spesa privata, così da compensare il vincolo della spesa primaria netta fissata all’1,5%, pari alla metà dell’aumento del PIL nominale previsto. Ipotizzare una crescita della spesa primaria pari alla metà del tasso di crescita del PIL nominale significa confidare nell’esistenza di una crescita potenziale dell’offerta non intaccata da andamenti o politiche dal lato della domanda.
Le riforme dovrebbero facilitare un meccanismo grazie al quale quote di domanda privata sostituiscono quella pubblica. Non bisogna poi dimenticare che tra i Paesi creditori l’Italia si colloca al quarto posto. Far sì che queste risorse siano impegnate all’interno piuttosto che offerte all’estero richiede stimolare gli investimenti privati in modo di assorbire il risparmio domestico, anche mediante una grande riforma del mercato dei capitali”.
GARANTIRE SOSTENIBILITÀ SOCIALE DEGLI IMPEGNI PRESI
“È apprezzabile l’approccio prudente del Governo, in un quadro macroeconomico moderatamente positivo. Le parti sociali, che hanno nel CNEL il loro luogo istituzionale di rappresentanza, sottolineano però l’importanza di garantire la sostenibilità sociale degli impegni presi, ossia di programmare attentamente l’uso delle risorse pubbliche per finanziare le priorità europee senza incidere negativamente sulla spesa sociale, che va invece riqualificata, contenendo gli sprechi e garantendo un welfare inclusivo e solidale. È anche essenziale calibrare l’utilizzo delle maggiori entrate fiscali, bilanciando la spesa con la necessità di ridurre il debito pubblico”. È quanto ha dichiarato il presidente del CNEL Renato Brunetta nell’Audizione presso le Commissioni riunite bilancio della Camera dei Deputati e del Senato sul Piano Strutturale di Bilancio.
NECESSARIO COORDINAMENTO SOVRANAZIONALE IN MATERIA FISCALE
“Il CNEL sottolinea l’urgenza di un coordinamento delle politiche in materia fiscale a livello europeo. Il Rapporto Draghi mette in luce le fragilità strutturali dell’economia europea, come la debole crescita e la perdita di produttività, dovute principalmente alla scarsa competitività nel settore tecnologico. Un maggiore coordinamento sovranazionale consentirebbe l’equilibrio tra le politiche espansive necessarie per stimolare la crescita e le politiche fiscali restrittive necessarie a garantire la sostenibilità della contabilità pubblica sul lungo termine, rendendo l’Unione Europea più robusta e competitiva nello scenario globale. In materia di produttività, in particolare, l’impegno del CNEL rappresenta una costante dal 2019, culminato nel corso di quest’anno con l’istituzione del Comitato nazionale per la produttività, in attuazione di quanto richiesto dall’Unione Europea”.
POTENZIARE CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
“La domanda interna va stimolata anche attraverso il potenziamento della contrattazione collettiva, a favore di una più equa ripartizione dei guadagni di produttività. Appare critico l’ormai strutturale ritardo dei rinnovi contrattuali per i lavoratori del settore pubblico. Il rispetto delle finestre temporali dei rinnovi contrattuali si impone come parimenti necessario anche per i lavoratori del settore privato. L’erosione del ceto medio e la polarizzazione del mercato del lavoro richiedono interventi per migliorare la qualità del lavoro, anche rispetto all’adeguatezza della governance dei processi di digitalizzazione e robotizzazione”.
PIU’ IMMIGRAZIONE DA DOMANDA PER ESIGENZE MERCATO LAVORO
“Con una popolazione in età lavorativa in calo e un crescente invecchiamento, l’immigrazione da domanda si configura come una risorsa essenziale per colmare le lacune di manodopera qualificata. È fondamentale attrarre immigrati che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro, accompagnando questo processo con investimenti in formazione e con il miglioramento delle condizioni di accoglienza. Il CNEL è chiamato a svolgere uno specifico ruolo di raccordo ed interlocuzione con i diversi decisori, attraverso l’Organismo nazionale di coordinamento (ONC), istituito in attuazione del D.lgs. 286/1998”.
URGENTE BISOGNO DI RIFORMA ORGANICA PENSIONI
“L’Italia ha un urgente bisogno di una riforma organica del sistema previdenziale. Il CNEL ritiene che le modifiche sulle regole di indicizzazione debbano essere condivise e comunque apportate con cautela, soprattutto nel caso di sistemi a ripartizione e misti, in quanto basati sul patto tra generazioni e sulla salvaguardia del valore reale degli assegni nel tempo. Sul tema il CNEL è da tempo al lavoro con un gruppo di esperti di elevata qualificazione, che produrrà entro l’anno un’articolata analisi contenente specifiche osservazioni e proposte.
BENE RIDUZIONE CUNEO FISCALE MA ORA INTERVENTO STRUTTURALE SU FISCO
“Per il CNEL è positiva la prosecuzione della riduzione del cuneo fiscale per il 2025, ma serve un intervento strutturale e integrato nelle riforme fiscali per ampliare e rendere duraturi gli effetti positivi sui salari, specialmente quelli più bassi. Il CNEL propone di sostituire il taglio lineare con un meccanismo di detrazioni che favorisca i redditi inferiori. La revisione delle aliquote Irpef dovrebbe essere accompagnata da un aggiornamento delle soglie degli scaglioni. Occorre anche procedere a una revisione accurata delle detrazioni fiscali e rafforzare le misure antievasione”.
GRAVE CARENZA DI ORGANICO NEL COMPARTO SANITARIO
“Il governo si impegna a garantire un livello di spesa sanitaria assicurandone una crescita superiore a quella dell’aggregato della spesa netta in media nell’orizzonte di sette anni. Le parti sociali esprimono perplessità sulla capacità di mantenere l’impegno in un comparto che risente da molti anni di una grave carenza di organico. Occorrerebbe agire rimodulando il tetto di spesa per le assunzioni, aumentando le indennità specifiche e tamponando il deflusso delle professionalità, incrementando il finanziamento del SSN (oggi il 6,3% del PIL) verso livelli comparabili con altri Paesi OCSE.
PORRE EMIGRAZIONE GIOVANI ITALIANI IN AGENDA POLITICA
“Il fenomeno dell’emigrazione giovanile rappresenta una grave emergenza economica e sociale. Al contempo, la bassa attrattività dell’Italia per i giovani europei evidenzia ritardi accumulati in vari ambiti rispetto ad altri Paesi avanzati, tra cui reddito, infrastrutture, sistema educativo e cultura d’impresa. Per invertire questa tendenza, è necessaria una strategia olistica che affronti simultaneamente questi ritardi, aumentando l’attrattività del Paese per i giovani e fermando l’emorragia di talenti. Anche in tal senso l’emigrazione dei giovani italiani deve entrare tra i temi prioritari dell’agenda politica”. Ha concluso il presidente del CNEL Renato Brunetta nell’Audizione presso le Commissioni riunite bilancio della Camera dei Deputati e del Senato sul Piano Strutturale di Bilancio.
Memoria-Audizione-CNEL-su-PSB-7_10_2024








