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Quella della patrimoniale è davvero una strada percorribile? | L’analisi di Veronica De Romanis

Anche Veronica De Romanis sulla Stampa si occupa della patrimoniale, proposta da Elly Schlein e Maurizio Landini per redistribuire la ricchezza e contrastare le crescenti disuguaglianze.

Ma per rendere la proposta più concreta, scrive De Romanis, sarebbe utile adottare un metodo che consenta di capire – una volta per tutte – se si tratta davvero di una strada percorribile.

Gli aspetti da chiarire in merito a questa nuova tassa sono essenzialmente tre: la definizione, l’utilizzo e l’efficacia.

Partiamo dal primo: chi sono i ricchi?

Secondo Landini sarebbero coloro che hanno “oltre due milioni di euro”, circa mezzo milione di cittadini.

Ma qui nasce subito una questione cruciale: cosa dovrebbe rientrare nel patrimonio da tassare? La prima casa? La seconda? I risparmi accumulati nel tempo?

Non è un’operazione semplice.

Si rischia, infatti, di chiedere un contributo a persone che appaiono ricche sulla carta, ma che in realtà non lo sono affatto.

E poi c’è il problema della riscossione.

Se l’obiettivo è tassare soprattutto il capitale, va ricordato che questo può essere facilmente spostato, anche fuori dall’Europa.

La proposta di Schlein di intervenire a livello comunitario, quindi, rientra ancora una volta nel campo delle ipotesi teoriche.

Il secondo punto da chiarire poi è l’utilizzo delle eventuali risorse.

Landini stima entrate per circa 26 miliardi di euro, ottenibili applicando un’aliquota dell’1,3 per cento.

I fondi servirebbero a “finanziare lavoro, pensioni, welfare e investimenti”, ha spiegato.

Tuttavia, se servono ulteriori risorse, significa che quelle già spese non bastano.

In altre parole, Schlein e Landini stanno implicitamente affermando che gli oltre 1.108 miliardi di euro di spesa pubblica annuale non sono sufficienti.

Attenzione però: ragionare in termini di “spese insufficienti” è pericoloso, perché il rischio è che non bastino nemmeno i proventi della nuova patrimoniale.

E, a quel punto, che si fa?

Si amplia la platea dei “ricchi”, includendo anche i “meno” ricchi.

Un terreno molto scivoloso.

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