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Quel sistema che influenza le regionali | L’analisi di Gaetano Quagliariello

Il sondaggio pubblicato la scorsa settimana dalla Gazzetta del Mezzogiorno – scrive Gaetano Quagliariello sul quotidiano barese – conferma quanto era già noto.

Le prossime elezioni regionali in Puglia, per quel che concerne il nome del futuro Presidente, sono state già decise.

Sin da prima che la campagna elettorale si fosse aperta.

La corsa, dunque, riguarderà i partiti e la loro graduatoria, i candidati, le percentuali riportate dai due schieramenti.

Tutti numeri non certo privi di significato.

C’è, però, qualcosa di più.

La regione esce da un lungo periodo di egemonia di Michele Emiliano: un politico atipico, che ha esercitato il suo mandato con notevole autonomia.

Il fenomeno può, per alcuni versi, accostarsi a quello di Vincenzo De Luca in Campania.

Entrambi uomini di sinistra a capo di regioni meridionali per dieci anni dopo esser stati sindaci, entrambi alla ricerca di un terzo mandato, entrambi rientrati alla fine nei ranghi “dopo lunga e penosa trattativa.”

La differenza maggiore tra i due risiede nel rapporto con il Pd.

De Luca ha compiuto lo strappo, mantenendo il rapporto col partito attraverso il figlio, diventato segretario regionale.

Emiliano, invece, il confine non l’ha mai oltrepassato.

Ha abilmente operato al margine: dentro e fuori il partito, utilizzando uno spazio per condizionare l’altro.

In un certo senso ha inventato un sistema.

E in tal modo, egli afferma, ha annientato il centro-destra in Puglia.

Dice il vero.

Il “sistema Emiliano” è stato inclusivo e popolare, a tratti populista, ma ha avuto un costo.

Ha alimentato una sorta di neo-trasformismo meridionale.

In questi dieci anni, infatti, il senso dell’appartenenza si è relativizzato.

Le maggioranze sono state aggregate per cooptazione, per lo più intorno alla figura del Presidente.

La classe politica è cambiata per linee interne.

E l’opposizione, mai realmente in gara per la vittoria, si è impoverita.

Attrezzarsi per esercitare un’opposizione consistente, dunque, è il primo compito del centro-destra.

E questo inizia già dalla campagna elettorale e dalla qualità che sarà espressa dalla lista degli eletti.

Molte cose, perciò, sono ancora da determinare e portano a concludere che, per quanto possa apparire paradossale, un’elezione scontata potrebbe rivelarsi un’elezione importante.

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