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Quegli italiani che pagano le tasse per tutti | L’analisi di Lino Patruno

Quasi la metà degli italiani vive con una media di 10 mila euro l’anno.

Quasi la metà degli italiani significa uno su due.

Diresti che non ci credi: anche andando in giro non si ha l’idea che si stia così rovinati.

Infatti — scrive Lino Patruno sulla Gazzetta del Mezzogiorno — si sta molto meglio.

Ma quelle cifre da Paese morto di fame — sottolinea l’editorialista — vengono dalle dichiarazioni dei redditi: il 43 per cento degli abitanti non paga un centesimo di Irpef.

Il 43 per cento sono più di 25 milioni di persone, appunto quasi una su due.

Le quali davvero devono sopravvivere con 833 euro al mese, davvero possono dire “fate la carità a un povero italiano”.

Oppure molto più semplicemente non dichiarano i redditi che hanno.

Popolo di santi, poeti, navigatori e di evasori fiscali.

O di furbetti (e parassiti) che vivono alle spalle degli altri.

Beh, però, non esageriamo, così non diamo una buona impressione.

Di italiani onesti, ce ne sono 14 milioni che pagano fra i 26 e i 296 euro l’anno, una media di 100: e francamente bisogna apprezzarne lo sforzo.

Quasi tutta l’Irpef (il 77 per cento circa) è pagata da quasi 7 milioni di contribuenti, quelli che guadagnano dai 35 mila euro lordi all’anno in su.

Che così pagano non solo per sé stessi, ma anche per tutti gli altri: quelli ignoti al fisco, o quelli così appena appena noti da muovere a compassione per le loro condizioni.

Tu dici ancora: di cosa si lamentano, sono ricchi.

Così in questo sempre più straordinario Paese i ricchi finiscono per essere i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e i pensionati.

Cioè i tassati alla fonte, quindi con un prelievo preventivo su ciò che guadagnano.

Quelli che, quand’anche lo volessero, non possono sfuggire.

E che pagano tanto più quanto gli altri non pagano.

È il famoso ceto medio.

Il quale di anno in anno si impoverisce sempre più perché non solo deve sempre pagare anche per gli altri.

Ma deve pagare percentuali (aliquote) più alte di quelle che gli spetterebbero se a pagare fossero tutti.

Un ceto medio sempre meno medio.

Perché a reddito fisso e perché filantropo verso chi proprio pare che non ce la faccia.

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