Per il rilancio del Sud ci sono circa 52 miliardi di euro di risorse fresche. Lo ha annunciato il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, durante un’audizione al Senato sulle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“In base all’ultima interlocuzione con la Commissione Ue – ha spiegato – a fronte di una quota del Recovery Plan di circa 65-70 miliardi avremo complessivamente una quota di 43 miliardi di fondi strutturali europei per il ciclo 2021-2027, specie per le aree meno sviluppate. In più il cofinanziamento regionale e nazionale per i programmi operativi porta il totale a 80 miliardi di risorse fresche e di questi circa 52 miliardi sarebbero destinati, secondo il riparto attuale, al Mezzogiorno”.
Secondo il ministro, “l’insieme delle risorse attivabili aggiuntive rispetto a quelle ordinarie dello Stato in particolare per il Mezzogiorno raggiunge quote che non si sono mai viste”. Tuttavia, “la disponibilità delle risorse non basta perché abbiamo la necessità di individuare obiettivi precisi, fabbisogni di investimento soprattutto sulle quali citare le migliori progettualità perché è questo che fa la differenza”, ha precisato.
Il ministro ha poi ricordato che la settimana prima che scoppiasse la fase più acuta della pandemia è stato “presentato un piano per il Sud al 2030 che prevedeva già un rilancio importante di investimenti pubblici e privati a fronte di una lunga stagione di disinvestimento che ha conosciuto il nostro paese. “Le risorse che erano già molte – ha continuato – sono ancora in piedi e si affiancano a quelle del Recovery Fund. Adesso dobbiamo provare a mettere al centro di questa stagione nuova di ripresa il rapporto tra Nord e Sud”.
Anche perché con le ricadute del coronavirus “rischiamo di arrivare a fine anno, con circa 600-800.000 posti di lavoro in meno al Sud”, ha rilevato il ministro citando i dati dello Svimez.
Infine, Provenzano ha chiarito che “il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è incompatibile con i tempi del Recovery Fund e chi dice il contrario non ha letto le carte della Commissione europee”.








