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Professioni: su un fabbisogno di 12mila ingegneri quasi 7.000 sono introvabili | Lo studio del Centro Studi Cni

Nell’ultima parte dell’anno 2025 risultano introvabili quasi 7.000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000 espresso dal sistema produttivo.

Questo dato rappresenta un elemento fisso di ogni rilevazione periodica sui fabbisogni di figure professionali ed ha assunto dimensioni preoccupanti subito dopo la fase pandemica.

A gennaio 2025 risultavano di difficile reperimento più di 9.000 laureati in ingegneria, su un fabbisogno di oltre 16.000 ingegneri.

È quanto si legge nel Report elaborato e curato dal Centro Studi Cni, diffuso in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso ad Ancona.

Nella parte alta della classifica delle figure professionali maggiormente richieste oggi in Italia, figurano sempre i laureati in ingegneria.

Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024, ad esempio, vi è stata una richiesta di oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale, di oltre 14.000 ingegneri civili e di oltre 13.000 ingegneri meccanici.

Se si sommano le tre specializzazioni, gli ingegneri sono, nell’ambito delle professioni a più elevata specializzazione, quelli di cui il mercato ha espresso la domanda più elevata.

Parallelamente, però, gli ingegneri risultano essere le figure più difficili da reperire insieme ai progettisti in ambito Ict.

Sempre nel 2024 gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e meccanici e quelli civili hanno occupato rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto posto per livello di difficoltà di reperimento incontrato dalle imprese.

Anche gli ultimi dati, relativi a settembre 2025, confermano questa difficoltà.

Degli oltre 90.000 laureati nelle varie discipline per i quali il mercato esprime attualmente una domanda, gli ingegneri sono quelli per i quali si registrano i più elevati livelli di difficoltà di reperimento.

In particolare, attualmente il livello di difficoltà di reperimento di ingegneri industriali è pari al 62%, quello per gli ingegneri elettronici e dell’informazione è pari al 54% e quello per gli ingegneri civili è pari al 55%.

Il sistema universitario immette nel mercato oltre 25.000 laureati magistrali provenienti dai corsi di ingegneria.

La domanda di specialisti nell’area tecnica si intensifica però verso aree dell’ingegneria di più recente affermazione se messe a confronto con il filone più tradizionale e consolidato dell’ingegneria civile.

È cresciuta repentinamente negli ultimi quattro o cinque anni la domanda di ingegneri che operano nell’ambito delle Ict e nel ramo gestionale e, sebbene il numero di iscritti in tali classi di laurea sia in aumento, questo trend non riesce a compensare la domanda espressa dal mercato.

Va detto, però, che un cambio è in atto chiaramente: il Centro Studi Cni ha rilevato come, per la prima volta nel 2024, fra tutte le classi di ingegneria in Italia, il maggior numero di laureati e laureate provenga da ingegneria gestionale (oltre 4.500 nuovi laureati magistrali), il secondo posto è occupato dai laureati in ingegneria meccanica, il terzo da ingegneria informatica ed il quarto da ingegneria biomedica.

Ingegneria civile si posiziona al sesto posto nel 2024 con poco meno di 1.600 laureati magistrali.

Però il numero di laureati disponibili nelle aree di specializzazione maggiormente richieste non è numericamente sufficiente per fare fronte alla domanda del sistema produttivo.

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