Investe da anni pesantemente in spot televisivi e la Tv gli ha restituito grande visibilitĂ , notorietĂ e volumi d’affari in una proporzione piĂą che esponenziale dei costi sostenuti.
Chi non conosce il marchio PoltroneSofĂ che ogni giorno invade le case degli italiani dal piccolo schermo, fin dai primi successi con lo slogan “Beato chi se lo fa il sofĂ ” recitato da Sabrina Ferilli e ora con il tormentone sugli “artigiani della qualitĂ ” con i dipendenti in primo piano, affiancati dalla celebrity di turno?
Poteva apparire una strategia rischiosa, ma invece ha coronato il successo imprenditoriale di Renzo Ricci, forlivese che creò l’azienda nel lontano 1995.
Contrariamente agli abboccamenti sul doppio sconto e sulle super-promozioni che finiscono sempre di domenica, PoltroneSofĂ non regala proprio niente.
Anzi è una vera e propria macchina da profitti, da anni ormai.
Lo dicono i suoi bilanci, consultati da MF-Milano Finanza.
Nel 2022 ha realizzato ricavi per 544 milioni.
Con le grandi scontistiche annunciate, il rischio è fare tanto fatturato ma finire in perdita.
Invece accade il contrario.
L’azienda amministrata da Ricci ha fatto utili netti nel 2022 per 62 milioni di euro, oltre 11 euro ogni 100 euro fatturati.
Difficile trovare un’altra azienda di mobili che ha una redditivitĂ netta così elevata.
GiĂ a livello di margini industriali, Poltrone SofĂ ha una profittabilitĂ doppia rispetto alla media del settore, pur destinando molte risorse proprio alla promozione televisiva.
I soli costi per servizi, infatti, tra cui quelli degli spot tv, valgono oltre 120 milioni di euro e probabilmente i soli spot si portano via una cinquantina di milioni l’anno.
I costi per produrre i famosi divani, tra materiali, costi energetici e via dicendo, pesano solo per 300 milioni su 544 milioni di ricavi da vendita.
E il personale, cioè i 700 dipendenti, hanno un peso di soli 33 milioni nel bilancio.
Morale: alla fine l’azienda forlivese, posseduta al 100% dalla holding con lo stesso nome, produce mediamente tra i 50 e il 60 milioni di profitti netti l’anno.
Anche un anno flagellato dal Covid, il 2021, non ha scalfito piĂą di tanto l’azienda dei divani, che ha comunque realizzato utili per 45 milioni su 502 milioni di fatturato.
Anche a livello finanziario l’azienda, che conta in Italia un centinaio di punti vendita e che ha branch in Francia, Svizzera e Belgio, ha numeri da primato.
Grazie agli utili abbondanti e messi a riserva, il gruppo ha oggi cumulato un patrimonio netto di quasi 700 milioni di euro, solo 10 milioni di debiti con le banche e altri 180 milioni di debiti principalmente con i fornitori.
Una potenza finanziaria solidissima e altrettanto liquida.
Tra cassa, immobilizzazioni finanziarie e titoli c’è in pancia un tesoretto da quasi mezzo miliardo di euro.
Con così tanti utili, Ricci ha portato una pura azienda industriale a diventare industrial-finanziaria.
E il fondatore, che si attribuisce ogni anno un emolumento molto sensibile, dato che il compenso totale per gli amministratori (lui compreso) supera i 6 milioni di euro, dimostra anche di sapersi muovere e bene nei panni dell’investitore.
Prudente e con molta liquiditĂ a brevissimo termine, oltre 200 milioni, impiegata in buoni di risparmio di Intesa Sanpaolo e bond corporate a 12 mesi per 90 milioni.
Ma anche con un pizzico di azionario, con titoli Moncler per 32 milioni di euro di valore e azioni Tip (Tamburi Investment Partners) per 1,32 milioni di titoli comprati dieci anni fa a 1,74 euro per azione e che oggi valgono oltre 11 milioni di euro con una plusvalenza del 380%.
Un fiuto per gli affari anche quando Ricci investe il suo tesoretto.
Certo, non sempre tutto fila liscio.
Qualche anno fa l’Antitrust ha comminato una sanzione da un milione di euro per pubblicitĂ ingannevole a PoltroneSofĂ .
Poca cosa a fronte dei 60 milioni di utili netti che l’azienda porta a casa ogni anno.
Si paga e si riparte. Come si è visto.