Il 2025 sarà l’anno più importante per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Italia, con una previsione di 56 miliardi di euro stanziati, pari al 28,8% del totale delle risorse destinate all’Italia.
Se a questa cifra si aggiungono i 48,6 miliardi previsti per il 2026, il biennio finale concentra oltre 105 miliardi, rappresentando il 53,8% dell’intero Pnrr.
È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa secondo il quale il biennio 2025-2026 sarà determinante non solo per garantire l’attuazione dei progetti previsti ma anche per rispettare gli obiettivi fissati dall’Unione europea.
Nel periodo 2020-2024 sono stati già stanziati 89,9 miliardi, pari al 46,2% delle risorse complessive, con investimenti significativi nella digitalizzazione e innovazione (18,8 miliardi, 70% del cronoprogramma per quella missione), nella rivoluzione verde (18,5 miliardi, 68%) e nelle infrastrutture per una mobilità sostenibile (8,9 miliardi, 87%).
Tra le sfide principali emergono l’esecuzione delle missioni ancora in fase iniziale, come la coesione e inclusione (1,9 miliardi allocati finora, pari al 27% del totale per quella missione), e il potenziamento del sistema sanitario, dove sono stati spesi solo 2,1 miliardi (68%).
Il prossimo biennio rappresenta quindi non solo un banco di prova per la capacità amministrativa del Paese ma anche un’opportunità irripetibile per consolidare la ripresa economica italiana.
“Il biennio 2025-2026 sarà decisivo per il perfetto completamento del Pnrr, con oltre il 53% delle risorse complessive ancora da impiegare in questa fase cruciale.
La concentrazione di investimenti prevista negli ultimi due anni del Piano richiede una governance stabile e una stretta collaborazione tra il governo centrale e le amministrazioni territoriali, in particolare regioni e comuni, che sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nei settori in cui è prevista la codecisione”, commenta la presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato dati della Corte dei conti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’Italia contempla risorse complessive pari a 194,4 miliardi per l’arco temporale dal 2020 al 2026.
L’andamento della distribuzione delle quote nel corso degli anni evidenzia una progressione graduale, con una concentrazione significativa delle risorse nella fase finale del piano.
Nel 2020, anno di avvio, sono stati stanziati appena 880 milioni, pari allo 0,4% del totale, una cifra simbolica destinata probabilmente a coprire le attività preliminari di pianificazione e organizzazione.
Nel 2021, le risorse hanno raggiunto i 4,9 miliardi, pari al 2,5% del totale, segnando l’inizio concreto di alcune attività, ma ancora in una fase embrionale del piano.
Nel 2022 si è registrata una prima crescita significativa, con 16,8 miliardi distribuiti, equivalenti all’8,6% delle risorse complessive.
Questo dato ha indicato l’avvio di una fase più operativa, in cui sono stati implementati i primi progetti principali.
Il 2023 ha rappresentato una tappa importante, con 24,1 miliardi destinati, pari al 12,4% del totale, confermando la progressiva maturità del piano e un’accelerazione delle attività.
Il 2024 ha segnato una svolta fondamentale, con 43,2 miliardi, che hanno rappresentato il 22,2% delle risorse complessive.
Questa cifra, che sfiora un quarto dell’intero piano, ha evidenziato l’entrata nel vivo dell’attuazione del PNRR, con la concretizzazione di progetti chiave e l’impiego di risorse su larga scala.
Il biennio 2025-2026 concentra la maggior parte delle risorse, con il 53,8% del totale destinato a questa fase.
In particolare, il 2025 raggiungerà il picco massimo, con 56,0 miliardi, pari al 28,8% delle risorse complessive, indicando la fase più intensa del piano, in cui si concentreranno gli sforzi per portare avanti le iniziative.
Infine, nel 2026, le risorse si ridurranno leggermente a 48,6 miliardi, corrispondenti al 25,0% del totale, a conferma del completamento delle attività previste.









