«Il mio mandato scade il 5 maggio, all’indomani del varo del Pnrr, e avrò la soddisfazione di veder condivise dal governo le proposte espresse in questi anni da Asstel. La cosa più importante è essere riusciti a porre le telecomunicazioni al centro dell’interesse nazionale come settore che offre un servizio di interesse pubblico e aver consolidato la consapevolezza che le infrastrutture di telecomunicazioni sono la piattaforma abilitante l’adozione di tutte le tecnologie che rendono possibile la trasformazione digitale». Lo ha dichiarato Pietro Guindani che, dopo otto anni, si appresta a lasciare la guida di Asstel, l’associazione di categoria che nel sistema di Confindustria rappresenta la filiera delle telecomunicazioni.
«Asstel ritiene – ha detto Guindani in un’intervista al Corriere della Sera – che questo sia il momento per un vero progetto Paese, basato sulla collaborazione tra le imprese private e il pubblico che oggi dispone di uno strumento senza precedenti e irripetibile, il Piano Nazionale di Ricostruzione e Resilienza, con una dotazione di circa 40 miliardi destinata alla trasformazione digitale. Risorse che rendono possibile una pianificazione nazionale per raggiungere la copertura dell’intero territorio con reti Vhcn fisse o mobili, o con una combinazione tra le due».








