Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Perché le donne al potere sono spesso di destra? Il peso dell’inconscio e del fantasma dell’uguaglianza | L’analisi di Barbara Carnevali

“L’elezione recente di Sanae Takaichi, prima donna premier del Giappone, ripropone una questione spinosa, che serpeggia nelle conversazioni private ma non viene affrontata in modo aperto nei dibattiti pubblici. Perché le donne al potere sono prevalentemente di destra?”

Così Barbara Carnevali su La Stampa: “Non ho risposte sicure” – scrive – “ma solo un’ipotesi che propongo come spunto per la discussione: rimanda all’inconscio collettivo, in cui agiscono motivazioni psicologiche profonde, ignote a chi le prova, e in particolare al peso che in questa sfera hanno i fantasmi di rottura dell’ordine simbolico: le minacce contro i principi fondamentali che modellano il nostro modo di pensare e di vivere – doveri e norme primarie, distribuzioni di ruoli, totem e tabù.”

“Criticare queste strutture è sempre disorientante e pericoloso, perché mette a rischio l’identità e il senso dello stare al mondo. Davanti ai fantasmi non si ragiona ma si reagisce irrazionalmente col diniego, sviluppando fobie: tutti aspetti con cui la politica deve necessariamente confrontarsi, perché, al momento di votare, le persone non si affidano solo alla razionalità, ma si lasciano trascinare dalle emozioni, e in primo luogo dalla paura.”

“Uno dei fantasmi più inquietanti per l’inconscio collettivo è proprio il valore cardinale della sinistra: l’uguaglianza, per definizione, sovverte gerarchie consolidate e differenze spacciate per innate e intoccabili – ricchi e poveri, servi e padroni, dominanti e dominati.”

“In questa luce, si capisce subito perché una leader di sinistra susciti più resistenze di un omologo maschile: perché scuote doppiamente il sistema, per quello che è e per quello che rivendica, risvegliando più fantasmi in uno.”

“Una leader di destra, che non difende né l’uguaglianza sociale né quella di genere, non evoca altrettanto disordine e spaventa molto meno. Il suo è un femminismo individualistico, meritocratico e liberale. La sua politica non si distingue nei contenuti da quella dei colleghi uomini, e il suo successo personale è socialmente innocuo: viene cooptata dell’élite in virtù del suo merito, e da questa posizione agisce come individuo neutro e non come rappresentante del genere ‘donne’.”

“La leader di sinistra, almeno in teoria, punta ai piani alti per appropriarsi degli strumenti di comando e, conservando memoria della sua differenza, ossia del percorso costellato di ingiustizie che l’ha condotta fin là, tende una mano solidale alle altre donne perché possano emanciparsi con lei.”

“La leader di destra, al contrario, si getta la scala dietro le spalle proclamando la propria assimilazione”.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.