Domani a Palazzo Koch per lo scambio degli auguri delle festività il governatore Fabio Panetta ha invitato tutti i membri dei direttori che si sono succeduti nel tempo al pranzo di Natale.
Decisione importante, perché concetti espressi in alcune circostanze sui passatisti, sui presunti laudatores temporis acti, avevano ingenerato l’impressione di una sorta di iato rispetto alle precedenti gestioni.
Se vi è un’istituzione ultracentenaria che finora ha sempre custodito e fatto fruttare il patrimonio culturale, professionale, operativo e organizzativo ricevuto dal passato, questa è innanzitutto la Banca d’Italia.
All’incontro si prevede che prenderanno parte i governatori già in carica Antonio Fazio, Mario Draghi, Ignazio Visco e molti altri già direttori generali (innanzitutto Lamberto Dini) e vice dg, a cominciare dal da tempo accademico dei Lincei Pier Luigi Ciocca.
Un insieme di saperi, specialismi ed esperienze nell’economia, nella finanza, ma anche nel campo culturale generale che è quasi impossibile trovare in altre sedi.
Due, Dini e Draghi, sono stati anche presidenti del Consiglio.
Potrebbero essere gli scambi augurali, sarebbe auspicabile, l’occasione di un confronto su questa fase molto difficile per l’Unione.
Draghi è reduce del discorso di Parigi sulla non ulteriore sostenibilità del modello europeo basato su salari bassi ed export.
Fa seguito al report sulla competitività sul quale si starebbe valutando a Bruxelles come passare a specifiche misure.
La caduta in circa due anni della produzione industriale in Italia conferma la famosa analisi di Fazio di oltre vent’anni fa sul bradisismo economico ripresa nei diversi saggi che ha scritto e nelle apprezzate conferenze; coprono una vasta area economica e sociale gli scritti di Visco, da poco anch’egli nominato socio dell’Accademia dei Lincei: da ultimo una molto seguita lezione universitaria su Federico Caffè; Pierluigi Ciocca ha aperto nuove strade all’analisi economica, in particolare relativamente ai rapporti con il diritto e gli ordinamenti, con un’intensa produzione di saggi (tra i più recenti, Del Capitalismo, Donzelli editore) e articoli.
L’istituto di Via Nazionale ha ceduto funzioni alla Bce.
In particolare, il trasferimento di quelle di Vigilanza bancaria ha ignorato l’esigenza di istituzionali controlli di prossimità in nome anche del principio di sussidiarietà che pure è un fattore basilare dell’integrazione europea riconosciuto dai Trattati.
Ovviamente la cessione di funzioni riguarda pure la politica monetaria e altre attribuzioni, a cominciare da parti del sistema dei pagamenti.
Resta però un importante lavoro propedeutico alle decisioni degli organi della Bce alle quali partecipa la Banca d’Italia con i suoi esponenti, differenziatamente per materie, a cominciare dal governatore, nonché la fase attuativa delle decisioni assunte a Francoforte sempre non meramente esecutiva.
Una trasformazione che consegue all’istituzione della Bce ed è propria di qualsiasi organismo di secondo livello che tende sempre a risucchiare competenze delle istituzioni di primo livello che, come nel caso in questione, sono anche le proprietarie dell’organo superiore.
Tuttavia, l’istituto di Palazzo Koch, con personale di primissimo livello, non potrà mai essere trasformato nella filiale italiana della Bce: perciò occorrerà moltissima attenzione nelle scelte, a cominciare dalla rete territoriale delle filiali il cui eventuale depauperamento accentuerebbe le spinte centralizzatrici.
All’opposto, dovrà essere alla testa degli impegni che si profilano, a cominciare dall’impiego dell’intelligenza artificiale, e dal riassetto che dovrebbe conseguire all’introduzione dell’euro digitale per la politica monetaria, per il sistema dei pagamenti, per la Vigilanza.
E qui torna in ballo la riforma delle authority.
Fondamentale è la salvaguardia dell’autonomia e indipendenza dell’istituto: dipende dall’ordinamento, ma per molta parte poggia sul livello progettuale e propositivo e sull’orgoglio istituzionale e la capacità di prevenire e contrastare eventuali tentativi di ingerenze politiche e partitiche.
Le vicende che hanno riguardato i governatori presenti dimostrano la crucialità di questa salvaguardia.








