Durante il lockdown la Rete ha aiutato molto le relazioni sociali, ma anche le azioni di tutti i giorni come la spesa. Per farlo, con ogni probabilità, è stata scaricata una App sul proprio smartphone per la quale sono stati richiesti i famosi “dati personali” per i quali gli italiani si sono dimostrati molto gelosi. A dimostrarlo un sondaggio, condotto da Swg e dall’Area Studi della Legacoop, per testare l’attenzione degli italiani riguardo la gestione dei Big data e il tema della privacy. 
IL SONDAGGIO
Oltre il 60% degli italiani è preoccupato per la cessione dei propri dati personali ai gestori di app e siti web, e il 72% è consapevole che si tratta di informazioni dall’elevato valore economico. In particolare, a considerare “preziosi” i dati personali risultano i giovani tra i 18 e i 34 anni che possiedono un’alta scolarità.
I risultati sono stati presentati in occasione del Consiglio di indirizzo della Fondazione Pico, il Digital Innovation Hub di Legacoop riconosciuto dal Network impresa 4.0 del ministero dello Sviluppo Economico. “I risultati dell’analisi – ha detto Giancarlo Ferrari, direttore generale di Legacoop e presidente della Fondazione Pico – dimostrano chiaramente che una risposta alternativa alle esigenze dell’economia digitale non solo è possibile, ma è necessaria. Nell’epoca in cui i dati personali sono considerati il nuovo petrolio, le piattaforme cooperative, anziché guardare al mero profitto generato dall’uso dei dati, permettono a soci e utenti di partecipare alla creazione di valore e ricchezza comuni, attraverso il controllo democratico, la formazione continua, la tutela degli interessi di ognuno e la ripartizione equa dei vantaggi economici”.

 
								 
				 
								 
								 
								 
								







