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Per 7 italiani su 10 le assicurazioni sulla sanità sono le vere alleate per il futuro | L’analisi

Oltre il 70% degli italiani riconosce un ruolo fondamentale alle compagnie assicurative nell’affrontare le sfide dell’invecchiamento demografico e della longevità. Le polizze assicurative sono oggi considerate strumenti centrali per pianificare con intelligenza e responsabilità il proprio futuro.

È quanto emerge dalla ricerca “Tra risparmio e salute: la nuova mappa dei bisogni di protezione degli italiani”, condotta da Swg per conto di Zurich Italia su un campione rappresentativo di oltre 2mila cittadini tra 25 e 65 anni. In particolare, le polizze assicurative sono oggi considerate strumenti centrali per pianificare con intelligenza e responsabilità il proprio futuro.

“Non è con il fatalismo che ci si protegge dagli imprevisti” – osserva Renato Antonini, Ceo di Zurich Investments Life“È confortante vedere che le nuove generazioni stanno sviluppando maggiore consapevolezza e fiducia nelle assicurazioni. Occorre guardare con lungimiranza agli impatti che la longevità e il calo demografico avranno sulla sanità, costruendo basi solide per il proprio domani e per quello della propria famiglia”.

La ricerca – si legge in una nota – mostra come stia crescendo la cultura assicurativa, spinta anche dalla maggiore sensibilità verso temi come la salute, la non autosufficienza e la sostenibilità del welfare. Così oggi le polizze Vita vengono indicate dagli italiani come uno degli strumenti più efficaci per affrontare il futuro, superando per la prima volta l’investimento immobiliare.

Parallelamente, tra coloro che non hanno ancora attivato una copertura specifica, quasi 2 su 5 si dichiarano interessati a una polizza Tcm (Temporanea caso morte), che offre un sostegno economico ai familiari in caso di decesso dell’assicurato, mentre 1 su 2 guarda con attenzione alle polizze Ltc (Long-term care), pensate per garantire un supporto economico in caso di perdita dell’autosufficienza e necessità di assistenza continuativa.

Un dato che segnala un cambiamento profondo nella percezione di queste soluzioni: non più viste come strumenti di nicchia o legati a eventi estremi, ma come leve concrete per tutelare il proprio futuro e quello dei propri cari nei momenti più critici della vita.

Accanto alla crescente attenzione alla pianificazione economica, la ricerca rivela anche un bisogno sempre più sentito di accompagnamento nei momenti emotivamente più complessi, in particolare per chi si trova ad affrontare o assistere situazioni di fragilità.

La non autosufficienza è tra gli eventi più temuti dagli italiani: il 41,5% non saprebbe come gestire l’ipotesi di dover gravare sui propri familiari, e oltre il 52% si sente impreparato a far fronte all’eventuale perdita di autonomia senza un adeguato supporto.

Un bisogno che coinvolge direttamente anche i caregiver familiari, oltre 7 milioni in Italia, che vivono questa responsabilità come un impegno spesso solitario e totalizzante: il 67% dichiara di provare un forte sconforto quando pensa alla propria condizione.

Secondo l’opinione degli italiani, le aree più impattate dall’assistenza sono per il 48,3% il benessere psicologico, per il 48,1% il tempo libero e per il 41,3% la propria stabilità economica.

“Ci siamo chiesti come essere d’aiuto anche quando i bisogni non sono solo economici” – prosegue Antonini“Per questo con le nostre soluzioni vogliamo affiancare chi si prende cura, offrendo ascolto e orientamento nei momenti più delicati. La protezione, oggi più che mai, passa anche dalla capacità di esserci nei momenti più delicati”.

La ricerca evidenzia anche un divario significativo tra la reale accessibilità delle polizze e la percezione che ne hanno gli italiani. Quasi 1 su 2 sovrastima il costo di una polizza Vita, senza sapere che può costare mensilmente come un abbonamento streaming: un dato che sorprende gli intervistati.

Un altro dato definito sorprendente riguarda i più giovani: la Gen Z è la generazione più consapevole degli impatti del calo demografico e della maggiore aspettativa di vita. Il 79% degli intervistati tra 25 e 29 anni ritiene probabile che queste trasformazioni cambieranno radicalmente il sistema sanitario e previdenziale nei prossimi anni.

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