“Siamo nell’età dell’incertezza e del caos, iniziata l’11 settembre 2001 e proseguita con crisi economiche, pandemie, declino delle vecchie potenze e ascesa di nuove. È cambiato il paradigma, dal sogno di una globalizzazione che avrebbe fermato le guerre e unito il mondo a una realtà di divisioni e tensioni, sia tra Paesi sia al loro interno”.
Lo ha affermato Paolo Magri, presidente del Comitato Scientifico dell’Ispi, intervenendo all’Annual Conference di ManpowerGroup The Exchange – Disegniamo insieme il futuro del lavoro a Milano.
“Nell’ultimo anno l’incertezza è accelerata: lotte commerciali, dazi, accordi unilaterali sulle crisi internazionali, nuove alleanze e nuove inimicizie fra Paesi: si è creata un’incertezza di fondo, con ricadute sui mercati, sull’economia internazionale e sui rapporti fra Stati – prosegue Magri –. Come deve reagire l’Europa? Riprendo le parole del presidente Sergio Mattarella di alcuni giorni fa: l’Europa deve essere compatta, serena e determinata. Ed evitiamo la paralisi: non cediamo né al pessimismo disperato né all’ottimismo ingenuo, restiamo vigili e consapevoli della nostra forza – aggiunge Magri –. Siamo il continente che più ha sofferto per gli “-ismi” del passato, fascismo, comunismo, imperialismo e che più abbiamo goduto quando sono stati sostituiti da democrazia, collaborazione, commercio. Sediamoci ai tavoli internazionali consapevoli della nostra forza, sereni ma vigili: nell’età dell’incertezza, tutto è possibile” – conclude.








