Continua a crescere il numero di residenti italiani di origine straniera; al 31 dicembre 2024 si stimano complessivamente quasi 2 milioni 90mila italiani per acquisizione della cittadinanza, di cui circa 1 milione 790mila (85,6%) originario di un Paese non comunitario. Rapportando i nuovi italiani e i cittadini non comunitari con permesso di soggiorno, si contano 47 italiani di origine non comunitaria ogni 100 stranieri con permesso di soggiorno.
Considerando le prime 10 collettività non comunitarie regolarmente presenti in Italia al 31 dicembre 2024, sono i cittadini albanesi a presentare il valore più alto di italiani originari dell’Albania: ogni 100 albanesi si contano oltre 94 italiani di origine albanese. È quanto emerge dal Rapporto Istat sui cittadini non comuntari.
L’altra cittadinanza con una presenza ormai profondamente radicata sul territorio è quella marocchina; anche in questo caso vi sono circa 73 italiani originari del Marocco ogni 100 marocchini con permesso di soggiorno.
La comunità ucraina, la prima per numero di permessi di soggiorno validi in Italia, rappresenta tuttavia un caso particolare: una quota rilevante, infatti, è costituita da persone che non sono stabilmente in Italia ma sono arrivate recentemente per protezione temporanea; si contano circa 12 nuovi italiani di origine ucraina ogni 100 ucraini con permesso di soggiorno.
La Cina, al terzo posto per presenza in Italia, si colloca invece all’ultimo posto per incidenza di nuovi italiani di origine cinese, con un valore intorno a 6 nuovi italiani ogni 100 cinesi. Al di là di fattori culturali che possono incidere sulla propensione ad acquisire la cittadinanza italiana, va anche ricordato che per alcuni Paesi, tra cui la Cina, l’acquisto di una nuova cittadinanza implica la perdita di quella di origine.
La popolazione italiana residente di origine non comunitaria ha una struttura per età sensibilmente più giovane di quella italiana dalla nascita: in media 39 anni, quasi nove anni di meno dei nativi. Confrontando le piramidi delle età delle due popolazioni risulta evidente la differente struttura: gli italiani dalla nascita presentano una base della piramide molto stretta fino a oltre 40 anni di età, per allargarsi poi in corrispondenza dei 58 anni; la piramide degli italiani di origine non comunitaria, invece, presenta valori elevati in corrispondenza della fascia di età tra 15-20 anni e tra 40-50 anni (Figura 6).
A livello territoriale, oltre la metà dei cittadini italiani di origine non comunitaria risiede in tre regioni del Nord: Lombardia (26,2%), Emilia-Romagna (12,5%) e Veneto (12,1%). Le regioni del Sud, invece, presentano valori molto più bassi, con Sicilia (2,8%) e Campania (2,3%) a guidare la classifica. A livello provinciale, a parte le grandi città metropolitane di Milano, Roma e Torino, spiccano tra le prime 10 Brescia, con oltre 81mila italiani di origine non comunitaria, ma anche Bergamo, Treviso e Vicenza, con valori intorno alle 50mila presenze.
DIMINUISCONO PERMESSI RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE E STUDIO
Dopo tre anni di rilasci record, i permessi per famiglia per gli stranieri non comunitari registrano un brusco decremento (-18,8% rispetto al 2023), pur continuando a rappresentare il principale motivo di rilascio dei permessi (36,1%). Calano del 44,9% i ricongiungimenti degli ucraini e del 37,8% quelli degli indiani. Anche per i cittadini di Albania e Bangladesh si registrano diminuzioni superiori al 28% rispetto all’anno precedente. In controtendenza i dati per tunisini, cinesi ed egiziani per i quali si evidenzia un incremento degli arrivi per famiglia (rispettivamente 11,6%, 11,5% e 5,7%). Il calo dei ricongiungimenti familiari riguarda più o meno in egual misura uomini e donne (-18,4% per i primi e -19,0% per le seconde). I dati arrivano dal report Istat pubblicato oggi.
Le regioni con il maggior numero di ricongiungimenti familiari sono Lombardia (24,2%) ed Emilia-Romagna (10,5%).
Anche i permessi rilasciati per studio nel corso del 2024 (dopo tre anni di continuo aumento) diminuiscono rispetto all’anno precedente: 20.130 permessi con una variazione negativa del -26,7% rispetto al 2023. Decresce anche l’importanza di questa motivazione sul totale dei nuovi documenti rilasciati nell’anno: dall’8,3% nel 2023 al 6,9% nel 2024. La distribuzione per sesso di questo tipo di permessi vede leggermente avvantaggiate le donne che ottengono quasi il 54% dei nuovi permessi emessi nel 2024.
Il principale Paese di cittadinanza dei giovani non comunitari che hanno avuto un permesso per studiare in Italia nel 2024 è l’Iran (3.083), seguono Cina (2.557), Turchia (1.722), India (1.031) e Pakistan (833). Diversa è la distribuzione di genere per le diverse cittadinanze: i permessi vengono rilasciati soprattutto a studentesse nel caso di Iran, Cina e Turchia; per l’India e il Pakistan prevalgono i ragazzi e in particolare per quest’ultimo paese le ragazze rappresentano solo il 27% di chi arriva in Italia per studio. Gli atenei che attraggono maggiormente gli studenti non comunitari sono in Lombardia (23,2%) e nel Lazio (16,4%).
I permessi rilasciati a persone in cerca di protezione risultano in leggera diminuzione: 2.177 in meno rispetto all’anno precedente, e rimangono una quota rilevante (35,9% dei permessi). Per questa motivazione la diminuzione riguarda solo le donne (-17,3%) ed è ampiamente riconducibile alla contrazione dei flussi dall’Ucraina. Per gli uomini, invece, l’aumento è del 3,6%. Si deve comunque sottolineare che, nonostante il calo, per il 2024 essere in cerca di protezione rappresenta la seconda motivazione di arrivo in Italia, con soltanto 623 nuovi permessi in meno rispetto alla prima motivazione che resta il ricongiungimento familiare. Le tendenze confermano quindi la crescente rilevanza dei flussi di migrazioni forzate verso l’Italia.
Nel 2024 i primi cinque Paesi di origine dei migranti che hanno ottenuto un primo permesso di soggiorno per richiesta asilo o altra forma di protezione in Italia sono: Bangladesh (18.704), Ucraina (11.329), Pakistan (10.514), Egitto (8.610) e Perù (7.905). Considerando i primi 10 Paesi per numero di ingressi per asilo e protezione diminuiscono notevolmente i nuovi permessi rilasciati a cittadini dell’Ucraina (-54,3%) e – in misura minore – a quelli dell’Egitto (-24,2%) e del Pakistan (-21,4%). Aumentano invece gli arrivi dal Marocco (+93,6%), dalla Tunisia (+91,1%) e dal Perù (+86,5%). La Lombardia è la regione in cui si concentra il rilascio di permessi per protezione (19,3%). Seguono Emilia-Romagna e Toscana (entrambe con il 9,1%).
ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA IN LEGGERO AUMENTO +1,8%
I cittadini stranieri che nel 2024 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono 217.448, in lieve aumento rispetto ai due anni precedenti (+1,8%). Tra questi, i cittadini stranieri non comunitari sono quasi 200mila, pari al 91,9% del totale; un numero che fa registrare un nuovo record. I dati arrivano dal report dell’Istat “Cittadini non comunitari in Italia”.
Confrontando la distribuzione per sesso dei cittadini non comunitari divenuti italiani, l’Istituto di statistica rileva una lieve preponderanza di uomini (51,3% del totale), che crescono più delle donne rispetto al 2023 (rispettivamente, +3,2% e +0,6%).
Oltre il 42% dei nuovi italiani, precedentemente non comunitari, ha acquisito la cittadinanza per residenza (quasi 85mila), mentre una quota del 31,7% rappresenta acquisizioni da parte di minori divenuti italiani per trasmissione del diritto dai genitori. La terza modalità in ordine di frequenza è l’acquisizione iure sanguinis, che nel 2024 ha interessato quasi 22mila cittadini precedentemente non comunitari (l’11,0% del totale). Continuano a perdere terreno le acquisizioni per matrimonio: nel 2024 sono circa 19mila, per il 79,5% hanno riguardato donne e sono in netto calo rispetto al 2023 (-14,3%) (Figura 5).
Infine, sono poco meno di 11mila i ragazzi non comunitari, nati e residenti in Italia, che hanno chiesto di divenire italiani al compimento del diciottesimo anno di età.
Più di un’acquisizione su quattro è avvenuta in Lombardia (27,0%), seguita a distanza da Emilia-Romagna (13,7%) e Veneto (11,6%); oltre la metà delle acquisizioni di cittadinanza del 2024 è concentrata in queste tre regioni. Tra le province, sono Milano (8,7%) e Roma (5,4%) a guidare la classifica, seguite da Brescia (4,6%) e Bergamo (3,2%).
Inoltre nel 2024 sono state esaminate 78.565 prime istanze di richiesta di asilo. Il 64,1% delle richieste esaminate è stato respinto.
L’esito delle decisioni è diverso a seconda delle cittadinanze. Considerando i primi 10 Paesi per numero di pratiche esaminate la quota più alta di istanze respinte riguarda i cittadini del Marocco (89,9%) e poi Egitto (86,2%) e Tunisia (85,5%). All’opposto il 98,8% dei procedimenti riguardanti i cittadini del Burkina Faso è stato accolto e il 95,4% di quelli del Mali.
Delle 28.185 prime istanze giudicate positivamente il 21,3% ha avuto il riconoscimento dello status di rifugiato, il 40,6% la protezione sussidiaria e il resto ha ottenuto la protezione speciale. I richiedenti asilo provenienti da Costa d’Avorio e Nigeria fanno registrare una quota superiore alla media di riconoscimenti dello status di rifugiato, rispettivamente il 51,9% e 41,8%.








