“Attenzione, si cambia: il debito è diventato un problema. Spendere indebitandosi non sembra piacere più a nessuno, almeno non per la difesa.”
Ne parla Veronica De Romanis sulla Stampa ricordando come “in realtà, in questi anni di debito per ‘la sanità, la scuola e le famiglie’ ne abbiamo fatto parecchio, tanto da arrivare a quota 3mila miliardi, pari al 134,6% del Pil, il secondo rapporto più elevato della zona euro. Ma questa è un’altra storia.
Il punto da sottolineare in questa fase è diverso e, se possibile, più drammatico. Ovvero, il debito è diventato il grande alibi per continuare ad essere ambigui. Il radicale mutamento in atto richiede risposte precise.
«Il mondo è cambiato», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Bisogna decidere da che parte stare. Con l’esaurirsi dell’ombrello di protezione messo a disposizione sino ad oggi dagli Stati Uniti toccherà all’Europa farsi carico di queste spese. Un simile chiarimento non dovrebbe risultare difficile per un governo che ha fatto dell’indipendenza un asse portante della propria agenda politica.
Essersi riappropriati della sovranità nel campo della difesa dovrebbe essere salutato con favore dall’attuale maggioranza. Eppure – osserva – prevale la confusione. Si fa passare l’idea che destinare soldi alla difesa significhi automaticamente – toglierne alla scuola e alla sanità. Soprattutto se si ricorre al debito. Che, come si è detto, è diventato l’alibi perfetto per non fare nulla, per conservare.
Ci voleva Donald Trump, con la sua decisione di non pagare più per la sicurezza europea, per capire (finalmente) che le regole europee non limitano bensì proteggono in caso di crisi.
Infatti, il non averle rispettate in passato – l’Italia è uno dei pochi Paesi a trovarsi sotto procedura d’infrazione sia per debito eccessivo sia per squilibri macroeconomici – ha ridotto i nostri margini di azione in termini di aumenti del debito.
E, allora dove può trovare le risorse un Paese come l’Italia che è già molto indebitato e che, al contempo, non ha ancora raggiunto il target del 2% in spesa per la sicurezza? Semplice, servirà una combinazione di interventi da scegliere (questo, del resto, è il compito della politica) tra razionalizzazione delle spese (leggi tagli), debito nazionale, debito europeo e capitali privati.
In altre parole – conclude – servirà delineare un piano di spesa a medio/lungo termine capace di finanziare i vecchi bisogni – quindi la scuola, la sanità, i trasporti –, e i nuovi, a cominciare dalla pace.”








