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Mps: dopo il salvataggio da 20 miliardi l’Ops su Mediobanca rappresenta una svolta storica | L’analisi di Unimpresa

Il salvataggio di B. Mps ha comportato, dal 2012, un costo complessivo di circa 20 miliardi di euro. Di questi, 12 miliardi sono stati di risorse pubbliche e 8 miliardi da azionisti privati. Uno sforzo che Unimpresa definisce “senza precedenti per stabilizzare una banca storica, in più fasi costretta ad affrontare forti difficoltà, oggi completamente risanata, tornata all’utile e in grado di giocare un ruolo diverso, da protagonista, nel riassetto della finanza italiana ed europea”.

A detta del presidente Giovanna Ferrara, “l’operazione che vede proprio Mps poter unire le forze con Mediobanca rappresenta non solo una svolta storica, ma un esempio di visione strategica per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani. È un progetto che mette al centro la tutela dei depositi delle famiglie, il sostegno alle imprese e la stabilità del nostro fragile ecosistema economico.

Con l’accordo di fusione, non assisteremo semplicemente alla nascita di un nuovo colosso bancario. Assisteremo a un’operazione di politica industriale che dimostra come sia possibile ripensare il futuro finanziario del Paese senza lasciare nessuno indietro.

In questo contesto, l’auspicabile blocco dell’accordo tra Generali e Natixis segnerebbe una chiara vittoria per l’indipendenza del sistema bancario italiano. Rifiutando di cedere al gioco dei grandi player internazionali, Mediobanca e Mps potranno difendere le proprie radici, scegliendo di guardare avanti con coerenza e coraggio”.

Tra le operazioni pubbliche per il salvataggio di Mps, il centro studi di Unimpresa ricorda i Monti Bond del 2012, per un totale di 3,9 miliardi, e la ricapitalizzazione precauzionale del 2017, che ha visto un esborso diretto di 5,4 miliardi. A queste cifre si sommano le perdite legate al deprezzamento delle azioni detenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e i costi impliciti delle garanzie statali sulle obbligazioni emesse dalla banca.

“L’operazione tra B.Mps e Mediobanca non è solo numeri e bilanci: è una garanzia per i milioni di italiani che hanno affidato i loro risparmi alle banche del territorio”, prosegue Ferrara. “Per la prima volta dopo anni di incertezze e crisi, possiamo dire che il sistema bancario italiano sta riscrivendo il proprio destino.

La sinergia tra Mps e Mediobanca può creare un terzo polo solido, resiliente e fortemente radicato nel tessuto economico nazionale. Una struttura capace non solo di generare valore per gli azionisti, ma anche di offrire protezione a famiglie e imprese contro le turbolenze dei mercati globali.

Un plauso va anche al governo, che ha saputo accompagnare questa transizione senza interferenze, ma con un ruolo di vigilanza attiva. È la dimostrazione che la lezione delle crisi passate non è stata dimenticata: il sistema bancario italiano può e deve evolvere, senza scaricare i costi delle sue trasformazioni sui contribuenti”.

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